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Come saranno i nuovi bandi del MAE?

E’ quello che si chiedono molti operatori delle ONG, infatti diversi di voi ci hanno scritto per chiederci se ne sapessimo qualcosa in anteprima visto che nei giorni scorsi alcuni nostri post hanno accennato alle riunioni in corso tra DGCS e ONG per mettere a punto le così dette nuove procedure concorsuali.
Purtroppo nessun documento è stato ancora reso noto a riguardo e per questo ci siamo rivolti ad uno dei partecipanti al tavolo MAE-ONG per chiedergli come saranno i nuovi bandi e quale sia il suo personale punto di vista. Si tratta di Giancarlo Malavolti portavoce della Piattaforma ONG idonee dell’AOI.


In prima battuta Malavolti ci tiene a fare alcune precisazioni in merito alla lettera da lui inviata al Ministro Riccardi e al Direttore Generale Belloni che abbiamo pubblicato e commentato la scorsa settimana.“Non volgiamo insinuare, come si dice nel vostro commento, che i progetti siano finanziati senza il rispetto delle procedure e tanto meno che questa sia una prassi corrente, al contrario confidiamo nella sensibilità del Ministro e del Direttore Generale perché se ne dia piena attuazione recuperando i progetti che erano già presenti nell’iter amministrativo, ma sospesi per mancanza di fondi”. In quella lettera, continua Malavolti, “si da atto dell’impegno profuso dalla DGCS per aumentare le risorse disponibili per il 2013 che da solo testimonia il costante e positivo confronto che vige fra quella e le Ong e non solleva alcun problema di legittimità sull’impegno di fondi del 2013 in un direzionale del 2012, ma al contrario auspica che vi possano trovare spazio proprio quelli il cui iter è stato completato”.

Lasciando da parte questa incomprensibile querelle tra DCGS e ONG in merito alla lettera sul prossimo Direzionale, sul quale vi terremo comunque aggiornati, abbiamo posto alcune domande a Malavolti sulle nuove procedure.

BandiONG: Come portavoce della Piattaforma ONG idonee dell’AOI sta partecipando alle riunioni con la DGCS e le altre rappresentanze delle ONG per la definizioni delle nuove procedure concorsuali che sostituiranno le attuali procedure dei progetti promossi ONG. Insomma si tratta del passaggio ai bandi, così come suggerito dalla Corte dei Conti in un recente rapporto. Come vede questo passaggio ai bandi pubblici? Quali opportunità e criticità per le ONG italiane?
Malavolti: Le ong italiane sono convinte che il passaggio ai bandi sia fondamentale per garantire la selezione dei migliori progetti finanziabili garantendo a tutti pari opportunità. Il sistema del bando, se ben concepito, può garantire maggior trasparenza nella assegnazione dei contributi pubblici. Come tutti i cambiamenti porterà benefici ad alcuni e difficoltà ad altri, ma nel complesso se ne avvantaggerà la qualità della cooperazione.

BandiONG: Sappiamo che sul tavolo MAE-ONG giace una bozza sulla quale sono state rilevate alcune criticità importanti da parte delle ONG. Ci può spiegare nel merito cosa contiene la proposta della DGCS e quali sono i nodi principali da sciogliere a suo avviso?
Malavolti: Le Ong hanno ricevuto diverse bozze con le proposte iniziali (ma non complete) della DGCS e con i punti discussi o in discussione. Mancavano ancora elementi qualificanti come la griglia di valutazione e i format delle domande. Nel complesso le Ong hanno considerato del tutto inadeguato il testo presentato, tutto sbilanciato a mettere paletti e vincoli alle Ong, senza nessun elemento di semplificazione, senza favorire il ruolo della società civile nel sistema cooperazione, con elementi di selezione ancora legati alla struttura attuale della DGCS e alla ripartizione dei compiti e delle responsabilità fra una miriade di uffici.

BandiONG: I futuri bandi della DGCS saranno aperti solo alle ONG o anche ad altri soggetti? Lei cosa pensa in merito?
Malavolti: La legge ancora in vigore non consente di aprire i contributi a soggetti che non hanno l’idoneità. Un’apertura potrebbe avvenire con i progetti consortili, ma apre un tema molto complesso tutto sa approfondire. Io penso che con una nuova legge dovremmo passare al sistema in vigore presso l’Unione Europa dell’eleggibilità (avere le caratteristiche adatte ad eseguire il progetto, non un bollino a priori).

BandiONG: Si tratterà di bandi tematici o geografici? Esiste un’ipotesi di frequenza dei nuovi bandi?
Malavolti: I bandi Ong sono prima di tutto dei bandi “aperti” e quindi generalisti. E’ il concetto dei progetti “Promossi” dalla società civile, del diritto d’iniziativa che va oltre il bando orientato che nella legge 49/87 era indicato con i progetti “Affidati”. Ciò non esclude che ci possano essere anche dei bandi più orientati (se ci fossero le risorse), e soprattutto non esclude che l’assegnazione dei punteggi non premi chi presenta progetti rientranti in programmi paese, progetti consortili, campagne tematiche. Il tempo necessario a svolgere un bando esclude che se ne possa fare più di uno (per categoria) all’anno. Del resto è prassi quasi generale sia in Italia che in Europa.

BandiONG: Si è parlato di vincoli finanziari e organizzativi che favorirebbero le ONG più strutturate nelle nuove procedure. Ci può spiegare di cosa si tratta e quale è il suo pensiero in merito?
Malavolti: Abbiamo fatto una lunga battaglia quando si modificarono le condizioni per ottenere l’idoneità perché i vincoli finanziari e organizzativi non fossero momento di esclusione e abbiamo ottenuto che ciò fosse molto ridimensionato. Nelle procedure, per le parti conosciute e discusse fin qui non ci sono ulteriori vincoli che favoriscono le Ong più strutturate. Ma bisogna essere consapevoli che le Ong che gestiscono grossi fondi pubblici devono comunque dare prova di capacità di gestione e accountability e ciò vale per tutti. E’ un’esigenza che prima era meno sentita (nella società in generale) ma oggi è ineludibile.

A chi ne sa qualcosa in più e volesse condividere le sue informazioni o a chi volesse esprimere un suo commento chiediamo come sempre di farlo qui di seguito utilizzando il form dei commenti.


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