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Care ONG aiutateci a portare le imprese a bordo

E’ questo l’appello del vice ministro Pistelli alla società civile italiana impegnata nella cooperazione internazionale lanciato pochi giorni fa in occasione dell’incontro con le ONG della piattaforma Concord Italia sul bilancio del semestre italiano di presidenza dell’Unione. Il ministro descrive la nuova legge 125 sulla cooperazione come un’orchestra da comporre a cui però mancano figure rilevanti: i fiati, le percussioni. Sarebbero i nuovi attori della cooperazione allo sviluppo a cui la legge ha riservato uno spazio importante e paritario rispetto agli attori tradizionali (es. le ONG).

 

Le difficoltà a trovare i componenti dell’orchestra non sono poche e si riflettono già oggi nel processo tardivo di composizione del Consiglio nazionale per la cooperazione internazionale, ovvero lo “strumento permanente di partecipazione, consultazione e proposta” aperto a tutti gli attori della cooperazione, pubblici e privati. Dopo la pubblicazione del decreto che ne descrive la composizione (datato fine novembre 2014) si attende l’atto di nomina dei membri. Pistelli assicura che il dossier giace sulla scrivania del ministro Gentiloni che dovrà sciogliere il nodo dei membri di nomina spettante al MAECI. Tra questi proprio i rappresentanti dei nuovi attori, quelli alle lettere o, p e q del decreto (vedi il testo) che a differenza degli altri non saranno indicati dalle organizzazioni di categoria, ma cooptati dal Ministero. Non è un mistero che questo aspetto sia l’unica causa del ritardo accumulato nella composizione e nella prima convocazione del Consiglio nazionale.

 

Ed è proprio sulle imprese profit che Pistelli insiste: “sono soggetti che generalmente nel nostro paese non hanno un livello di consapevolezza alto rispetto ai temi dello sviluppo globale. Al profit bisogna spiegargli di cosa si tratta, per molti di loro siamo all’anno zero”. “Voi ONG che siete l’università della cooperazione” dovete aiutarci a reclutarli, a fargli capire che possono avere interesse a interagire nella cooperazione.

 

 

Anche le associazioni delle diaspore ci sono ma non sono organizzate, “dobbiamo aiutarle a costituirsi, chiedo a voi ONG di darci una mano per ingaggiare un dibattito che a voi è familiare. Ma nessuno ha già imparato tutto, aiutiamo gli altri soggetti di entrare a bordo con la stessa vostra sensibilità”.
Insomma c’è da riconnettere una famiglia, creare un sistema. Questo il messaggio di Pistelli che chiede in ultimo uno sforzo per semplificare il nostro gergo tecnico sulle tematiche dello sviluppo per favorire l’informazione e la sensibilizzazione dei nuovi attori.

 

Allo stesso evento romano gli fa eco Roberto Ridolfi, Direttore Crescita e Sviluppo Sostenibile presso Devco, da molti indicato come un potenziale candidato alla direzione della nascente Agenzia della Cooperazione.

 

 

Ridolfi sottolinea l’assenza del settore privato anche negli eventi del Semestre italiano di presidenza che hanno trattato i temi dello sviluppo. “C’erano le ONG, le istituzioni, e gli altri? i privati? Le banche, il settore pubblico di investimento? Durante il semestre non si è visto nessuno. Si muoveranno ora con la nuova legge? Con Expo?

 

Riusciranno le ONG a portare on board il settore privato? E’ veramente nel loro interesse farlo?
Su questo le visoni sono diverse e spesso discordanti. Chi le accoglierebbe a braccia aperte contando sulle risorse economiche che potranno portare in aggiunta a quelle governative e chi invece le vede come concorrenti, una minaccia alla leadership del non governativo nel settore della cooperazione.

 

Vedi tutto l’intervento del vice Ministro Pistelli

 

Vedi tutto l’intervento di Roberto Ridolfi


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  1. Sono un addetto ai lavori e posso tranquillamente affermare che quanto su riportato non corrisponde al Veronella specifica del reperimento delle risorse. Il signor vice Ministro non riesce ad azzeccare + una battuta decente e si vede sempre di meno. Questa legge è un offesa alle persone intelligenti che si occupano di cooperazione. Non si snellisce niente creando burocrazia su burocrazia. Alla fine risulta essere una riforma all’italiana…… Speriamo che il dossier rimanga a lungo sul tavolo del ministro prenda polvere fino a scomparire nel nulla. Non c’è posto per gli arrampicatori.

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