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Cos’è il Codice Etico, a cosa serve e perchè sarà obbligatorio per le ONG

A livello globale negli ultimi decenni le ONG sono cresciute in numero, importanza e diversità. In Italia hanno avuto un exploit di fama solo negli ultimi due anni a causa della polemica sulle migrazioni e i salvataggi in mare ma nonostante questo sono attori non profit molto radicati nel paese e capaci di avanzare iniziative in rappresentanza della società civile e di avere un impatto sulle politiche pubbliche. Non a caso sono considerate (insieme ai governi e alle aziende) tra i tre attori più influenti a livello globale (fonte Trust Barometer 2017). Oltre a questo il loro ruolo sussidiario nel sociale e umanitario è diventato di vitale importanza per il benessere delle popolazioni più svantaggiate del mondo. In molti casi, le ONG si sono dimostrate più abili dei governi nel rispondere a particolari bisogni, soprattutto nei contesti più fragili. Da questa loro accresciuta importanza deriva anche una maggiore responsabilità.

 

Le ONG hanno la responsabilità di essere trasparenti nella gestione dei fondi pubblici e privati, oneste, responsabili ed etiche anche nel fornire informazioni accurate e non manipolate. Le ONG hanno come vocazione quella di oltrepassare i confini di religione, etnia, cultura, politica e sesso e nella maggior parte dei casi si fondano sul rispetto dei diritti umani fondamentali di ogni persona. Per garantire tutto ciò si devono dotare di sistemi di governance adeguati e di codici etici e di condotta, ovvero quell’insieme di principi fondamentali, principi operativi e standard che guidano le azioni e la gestione di organizzazione.

 

Non è certo una novità per il mondo non governativo italiano, sono già tantissime le ONG italiane che negli ultimi dieci anni si sono dotate di codici etici e di condotta in linea con la normativa di riferimento (DL 231/2001 sulla Responsabilità amministrativa delle società e degli enti). Di norma questi codici regolano i seguenti ambiti:

  • PRINCIPI ETICI DI COMPORTAMENTO (MISSION, VISION, VALORI)
  • LINEE GUIDA NEI RAPPORTI CON DIPENDENTI, COLLABORATORI E CONSULENTI
  • RAPPORTI CON I TERZI (BENEFICIARI, PARTNER, FORNITORI, MEDIA, DONATORI, AMMINISTRAZIONI)
  • LINEE GUIDA PER LE ATTIVITA’ CONTABILI E DI TRATTAMENTO DEI DATI
  • CONTROLLO SULL’ APPLICAZIONE DEL CODICE ETICO E SISTEMA SANZIONATORIO
  • NORME COMPORTAMENTALI

 

Quest’ultimo ambito è particolarmente delicato e soggetto ai recenti pronunciamenti internazionali sul tema del rispetto dei diritti umani e del contrasto allo sfruttamento e agli abusi sessuali dopo il recente caso degli operatori umanitari inglesi accusati di abusi commessi ad Haiti. La dichiarazione G7 di Whistler del 2 giugno 2018 e la dichiarazione Tidewater, in ambito DAC, del 5 giugno 2018, a cui l’Italia ha aderito, suggeriscono un adeguamento specifico dei codici di condotta con l’introduzione di meccanismi di whistleblowing.

 

Obbligo di pubblicare il codice etico per le OSC riconosciute dall’AICS

Per le ONG italiane attive nella cooperazione internazionale iscritte all’elenco delle OSC dell’Agenzia per la Cooperazione avere un codice etico pubblico sarà presto obbligatorio. Con Delibera del 6 settembre 2018, n.88, il Comitato Congiunto ha modificato in questo senso le Linee guida per l’iscrizione all’Elenco dei soggetti senza finalità di lucro ai sensi dell’articolo 26, commi 2 e 3, della legge n. 125/2014 e dell’articolo 17 del decreto ministeriale n. 113/2015 approvate con Delibera del 21 dicembre 2017, n. 173. In sostanza la modifica riguarda l’obbligo per le OSC di disporre di un Codice Etico e di Comportamento idoneo e pubblicato sul sito istituzionale. Di seguito le specifiche della delibera:

 

11. Disporre di un Codice Etico e di Comportamento, pubblicato sul sito istituzionale della OSC istante, coerente con quanto previsto dal Codice Etico e di Comportamento dell’AICS al fine di assicurare un servizio responsabile, di qualità, attento alle esigenze dei partner locali. Il Codice, in particolare, deve:
i) ispirarsi ai principi di imparzialità, trasparenza e prevenzione dei conflitti di interesse di carattere politico, economico e di ogni altro tipo di interesse privato suscettibile di influenzare l’esercizio imparziale e obiettivo delle attività nei Paesi partner;
ii) prevedere regole di comportamento a salvaguardia e protezione dei diritti umani, in particolare delle fasce deboli, fragili e vulnerabili (minori, disabili, donne, etc.), nonché forme di valorizzazione della parità di genere;
iii) includere misure necessarie per prevenire o far cessare e sanzionare ogni comportamento che violi i principi suddetti.

 

Il codice di comportamento dell’AICS è disponibile QUI e sarà a breve aggiornato in conformità con i pronunciamenti internazionali sopra citati.

Scarica QUI la versione emendata delle Linee guida per l’iscrizione all’Elenco dei soggetti senza finalità di lucro.

 

AGGIORNAMENTO del 14/09/2018

In data odierna l’AICS ha pubblicato la seguente precisazione sull’ambito soggettivo di applicazione della delibera 88 del Comitato Congiunto.

 

Oggetto: Chiarimenti su ambito soggettivo di applicazione delle integrazioni relative al codice etico contenute nelle Linee Guida per l’iscrizione all’Elenco così come aggiornate con Delibera del Comitato Congiunto n. 88/2018

Il Comitato Congiunto, con la Delibera in oggetto, ha integrato alcune Sezioni delle “Linee Guida per l’iscrizione all’Elenco” (d’ora in poi, LG)”, prevedendo:
i) il Codice etico e di comportamento tra i documenti disponibili sul sito dei soggetti senza finalità di lucro;
ii) la coerenza tra il loro Codice etico e quello dell’AICS, nonché la presenza nel Codice di riferimenti puntuali sia al rispetto, in particolare, di determinati principi e regole di comportamento a salvaguardia e protezione dei diritti umani delle fasce deboli, fragili e vulnerabili (minori, disabili, donne, etc.), sia a misure necessarie per prevenire o far cessare e sanzionare ogni comportamento che violi i principi suddetti;
iii) l’inserimento, nell’apposita Sezione delle Linee Guida, di un’ulteriore condizione di cancellazione dall’elenco legata specificatamente alla violazione del Codice etico e di comportamento.

 

La Delibera in oggetto, con le suddette integrazioni, sarà applicata a tutte le OSC che presenteranno domanda di iscrizione in elenco a partire dalla data di pubblicazione della stessa sul sito dell’AICS, ossia dal 12 settembre 2018.

I requisiti integrati con la Delibera in oggetto saranno applicati (/verificati) alle OSC già iscritte che dovranno presentare la dichiarazione sulla permanenza dei requisiti, riferita al triennio precedente, entro il 31 luglio 2019 e alle OSC soggette a verifiche periodiche negli anni successivi, così come previsto dalla Sezione 9 delle LG.

 

 


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  1. Le novità introdotte mi lasciano perplesso.
    L’idea che OSC/Ong, che fondano il loro lavoro su quel tipo di valori e che spesso già si sono auto-regolamentate dotandosi di codici interni, debbano rifarsi a valori etici stabiliti da un Ministero, mi pare quantomeno inusuale.

    Discorso più formale sulle novità di iscrizione nell’elenco. La richiesta scritta di pubblicazione di bilanci “firmati e timbrati” (già richiesta informalmente durante il mantenimento di iscrizione) mi sembra insensata. In quale norma italiana si stabilisce che un bilancio per essere valido deve essere firmato e timbrato? La validità di un bilancio è legata al suo iter di approvazione, non a un timbro.

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