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Si fa presto a dire ONG

Ecco ci risiamo! Pochi giorni dopo l’esplosione del Qatar-gate di Bruxelles e il coinvolgimento dell’Associazione Fight Impunity fondata dall’ex europarlamentare arrestato, la parola ONG è ritornata alla ribalta dello scontro politico e nei titoli dei media italiani, anche questa volta usata impropriamente. Ieri il quotidiano la Verità titolava addirittura “Il marcio si annida nelle ONG”, un titolo in continuità con la campagna di diffamazione che questa testata porta avanti ormai da oltre quattro anni nei confronti di tutto il settore del non governativo italiano a partire dalla polemica sulle iniziative di ricerca e salvataggio in mare operate da diverse organizzazioni italiane e europee. 

Di ONG si è parlato molto in Italia in questi ultimi quattro anni e si continua a farlo, a proposito e a sproposito, con e senza cognizione di causa, creando una grande confusione e una totale disinformazione di massa. Sembra quasi che sia proprio questo l’obiettivo che si vuole perseguire facendo di tutta l’erba un fascio, omologando ONG, ONLUS, OSC (organizzazioni della società civile), APS, associazioni di vario tipo, cooperative, comitati ed altre realtà in un’informe e generica realtà presentata spesso come incompetente, truffaldina e portata ad agire contro l’interesse collettivo.

Se applicassimo ad altri mondi questo tipo di generalizzazione, potremmo dire “Il marcio si annida nelle S.p.A”: omologando le migliaia di aziende create strumentalmente nei paradisi fiscali per evadere le tasse e pagare mazzette milionarie con le altrettante imprese che portano avanti in modo lecito e professionale il loro business e occupano milioni di persone.

E perché non “il marcio si annida nelle Fondazioni”: mettendo alla stessa stregua grandi enti filantropici che garantiscono il funzionamento di indispensabili servizi sociali, sanitari, culturali con le fondazioni politiche, quella galassia di think-tank messi in piedi a centinaia da esponenti politici o correnti di partito, enti lasciati appositamente al buio di qualsiasi riforma e liberi da obblighi di trasparenza che invece sono ben presenti nella recente riforma del Terzo Settore.

O ancora potremmo titolare “il marcio si annida nelle Cooperative”: mettendo sullo stesso piano quel pezzo fondamentale dell’economia sociale di questo paese e la sua rilevanza economica e occupazionale in settori come l’agroalimentare, il credito, l’assistenza e la sanità con le finte cooperative create ad hoc per ricevere fondi pubblici e lucrare per esempio sull’ospitalità e l’assistenza dei rifugiati e richiedenti asilo.

Davanti a titoli come quello della Verità di ieri però è necessario reagire e mettere a disposizione di chi vorrà leggerle le risposte dettagliate a domande frequenti per chiarire “CHI È CHE COSA” nel mondo del terzo settore italiano e non solo. Servono le informazioni di base per poter discernere, comprendere la differenza tra organizzazioni con decenni di storia, grandi capacità e conoscenze, patrimoni importanti di persone e risorse finanziarie che vengono gestite nella complessità con grande trasparenza e professionalità e le realtà di comodo create strumentalmente per fini più o meno leciti che esistono però in tutti i settori.

1. COSA SONO LE ONG? 

ONG sta per Organizzazioni Non Governative: le ONG sono organizzazioni private non aventi fini di lucro, indipendenti dai governi e dalle loro politiche che ottengono almeno una parte significativa dei loro introiti da fonti private, per lo più da donazioni. Perseguono obiettivi di utilità sociale e cause politiche in vari settori, tra i più comuni troviamo la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti umani, la protezione delle minoranze e di specifiche categorie, la cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario.

L’espressione “organizzazione non governativa” compare per la prima volta nel 1945 nell’articolo 71 della Carta costituzionale dell’ONU che prevede infatti la possibilità che il Consiglio Economico e Sociale possa consultare “organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza”.

Oggi il sistema delle Nazioni Unite riconosce alle ONG (Organizzazione Non Governative) e alle OSC (Organizzazioni della Società Civile) un ruolo importante e fa affidamento sulla loro esperienza e sul loro impegno attivo in diversi settori, tra cui l’istruzione, la salute, l’eliminazione della povertà, i diritti umani, l’uguaglianza di genere e le questioni indigene per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Nonostante la loro indipendenza dagli Stati e dagli organi sovranazionali, le ONG possono collaborare con le istituzioni pubbliche e ricevere contributi e/o finanziamenti per svolgere le loro attività statutarie.

2. CHE DIFFERENZA C’E’ TRA ONG E OSC?

Formalmente nessuna. Sia le Organizzazioni della società civile (OSC) che le Organizzazioni non governative (ONG) sono entità senza scopo di lucro formate da cittadini e organizzato a livello locale, nazionale o internazionale. In molti paesi le due sigle sono utilizzate come sinonimi.

3. CHI SONO LE ONG IN ITALIA?

L’unico riferimento normativo in Italia era la legge 49 del 1987 “Nuova disciplina della cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo” che all’articolo 28 normava il “Riconoscimento di idoneità delle organizzazioni non governative” attive nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario. Era compito del Ministero degli Affari Esteri concedere una specifica idoneità di organizzazione non governativa: le ONG riconosciute idonee erano 232 organizzazioni.

A partire dal 1° gennaio 2016 la legge 49 è stata abrogata in favore della riforma della Cooperazione allo sviluppo emanata con la legge 125 del 2014. Questa nuova legge ha eliminato il riconoscimento di idoneità delle ONG istituendo in sostituzione un elenco delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) ed altri soggetti senza finalità di lucro attive nella cooperazione allo sviluppo. L’iscrizione a questo specifico elenco è gestita dall’AICS (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo). Alla data odierna sono 234 le organizzazioni iscritte. Quindi attualmente secondo la legge 125/2014 le organizzazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario sono denominate Organizzazioni della Società Civile (OSC) e non ONG.

Nonostante questo “l’etichetta” di ONG in Italia è rimasta prevalentemente attaccata a questa categoria e la maggior parte delle persone identifica nelle ONG le organizzazioni che si occupano di cooperazione e solidarietà internazionale, lotta alla povertà e promozione della dignità umana.

4. QUALUNQUE ORGANIZZAZIONE PRIVATA NON PROFIT PUO’ DEFINIRSI ONG?

Potenzialmente sì. Non essendoci più un riferimento normativo specifico che si riferisca alle ONG, ogni organizzazione o ente non profit che risponda ai requisiti indicati nel punto 1 può effettivamente definirsi una ONG. Esistono infatti organizzazioni che si definiscono ONG e operano in settori molto diversi come l’ambientalismo, la difesa dei diritti umani, la difesa degli animali, la difesa dei consumatori, l’aiuto umanitario, la cooperazione internazionale, ecc.

5. QUALE NATURA GIURIDICA HANNO LE ONG?

Le ONG possono avere diverse forme giuridiche a seconda delle legislazioni nazionali, la maggior parte sono costituite sotto forma di associazione o fondazione. Non esiste quindi una natura giuridica di ONG. A titolo esemplificativo, secondo i dati di Open Cooperazione (portale di open data delle ONG italiane che si occupano di cooperazione e aiuto umanitario) il 67% di queste organizzazioni hanno natura giuridica di Associazione, l’11% di ODV (Organismo di volontariato), il 10% di Fondazione e il 6% di APS (Associazione di Promozione Sociale).

6. COME SI FINANZIANO LE ONG?

La maggior parte delle ONG operano grazie a una combinazione di finanziamenti privati e pubblici. Per finanziamenti privati si intendono le donazioni liberali di individui, organizzazioni, benefattori, filantropi e/o aziende. I finanziamenti pubblici sono invece contributi alla realizzazione di specifici progetti ad opera di istituzioni quali Unione Europea, agenzie delle Nazioni Unite, Ministeri, enti locali, agenzie governative, ecc. I finanziamenti pubblici vengono di norma assegnati attraverso la partecipazione a bandi pubblici e/o altre procedure competitive (call for proposal, tender, affidamenti, ecc).

Sempre secondo i dati del portale Open Cooperazione le principali ONG italiane hanno in media il 60% di entrate da donatori istituzionali e il restante 40% da fondi raccolti da donatori privati. I dati mostrano che i donatori pubblici più rilevanti per le ONG di cooperazione sono (in ordine di importanza) il MAECI/AICS, la UE, Regioni ed enti locali, agenzie delle Nazioni Unite e ECHO. Le fonti più importanti di donazioni da privati sono (in ordine di importanza) gli individui, il 5×1000, le aziende, le fondazioni e le chiese. Esistono alcune organizzazioni che per scelta non utilizzano nessun finanziamento pubblico, operando quindi solo grazie a donazioni private.

7. QUALI SONO GLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA DELLE ONG?

Le ONG esistono grazie alle donazioni da parte di individui o ai contributi delle istituzioni. È quindi loro massimo interesse essere trasparenti e mantenere una buona reputazione con il pubblico. Più sono note e visibili all’opinione pubblica e più dovranno rendere conto delle proprie attività altrimenti i sostenitori smetteranno di finanziarle. La quasi totalità delle organizzazioni pubblica regolarmente sul proprio sito internet un rapporto annuale delle attività e il bilancio economico redatto secondo lo standard in vigore. Da ormai due anni la riforma del Terzo Settore stabilisce l’obbligo di redazione del Bilancio Sociale per le organizzazioni con bilanci superiori a 1 milione di euro oltre alla certificazione del bilancio da auditor esterni certificati.

Associazioni, fondazioni, Onlus e cooperative hanno anche l’obbligo di pubblicare annualmente la lista di eventuali sovvenzioni, sussidi, contributi pari o superiori a 10.000 euro, da parte delle pubbliche amministrazioni. Un’ulteriore garanzia di trasparenza che consente a chiunque di verificare la provenienza dei fondi pubblici che ogni ONG riceve.

Inoltre, le ONG iscritte all’elenco elenco delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) attive nella cooperazione allo sviluppo gestito dall’AICS (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo), devono sottoporre all’Agenzia stessa un rapporto annuale che viene verificato per rinnovare la propria iscrizione all’elenco stesso.

 


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