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“We are hiring!” ecco i profili più ricercati del settore della cooperazione internazionale

Dopo un rallentamento dovuto alla pandemia e alle forti limitazioni della mobilità internazionale sono tornati a crescere in modo significativo i numeri delle risorse umane nel settore della Cooperazione internazionale. I dati consolidati del portale Open Cooperazione parlano di oltre 25.000 persone impiegate dalle ONG registrate nel database relativamente all’anno 2021.

Nello specifico le risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero sono 25.873 (55% uomini e 45% donne), 4% in più rispetto all’anno precedente e 17% in più rispetto a cinque anni fa. 4.120 operatori sono impiegati in Italia (37% uomini e 63% donne) e 21.753 all’estero (58% uomini e 42% donne), 2274 sono gli italiani espatriati, i cosiddetti cooperanti.

Il trend in aumento è confermato anche da un altro indicatore significativo registrato da Info Cooperazione. Sono infatti in continuo aumento numerico le posizioni rese disponibili dalle organizzazioni, le cosiddette vacancy che ormai da oltre 10 anni rendiamo disponibili nella sezione dedicata di questo sito che è diventata un punto di riferimento di chi offre e cerca lavoro nel settore della cooperazione.

Nell’anno appena concluso sono state pubblicate più di 1500 offerte di lavoro da 150 diverse organizzazioni che hanno ricercato i migliori candidati per ricoprire posizioni lavorative in ben 70 paesi del mondo, il 67,63% si riferivano a profili espatriati e il 32,37% a profili che operassero in Italia. Di seguito il quadro completo dei profili richiesti con un raffronto con le analisi fatte precedentemente da Info Cooperazione nel 2020 e nel 2018:

Un’analisi ulteriore delle vacancy pubblicate da Info Cooperazione nel 2022 ci permette anche di capire quali siano i profili più richiesti del settore. Il 32% degli annunci ricercava figure di Project/Programme management, quasi il 20% si riferiva a figure amministrative in Italia e all’estero e l’8,5% riguardava la figura del Rappresentante paese/Capo missione

La diminuzione delle ricerche di project manager/coordinator negli ultimi quattro anni potrebbe essere legata all’aumento di project manager locali adeguatamente formati e con esperienza sul campo che sempre più spesso le organizzazioni vanno a reclutare nei paesi – osserva Silvana Scandone, Responsabile Risorse Umane di Coopi. Progressivamente aumenta la ricerca di figure più esperte capaci di coordinare interi programmi, queste risorse devono avere competenze tematiche importanti, capacità di interloquire con i donatori, una spiccata attitudine manageriale e devono svolgere una costante attività di capacity building degli attori locali.

L’aumento costante della richiesta di figure amministrative è collegato alla crescente complessità dei progetti che le organizzazioni si trovano a gestire quasi sempre in consorzio con numerosi partner locali e internazionali dovendo rispettare procedure stringenti a diversi livelli. Anche l’incremento della richiesta di figure esperte in logistica è in linea con quanto osservato a Coopi, le crisi umanitarie in aumento hanno sicuramente moltiplicato le operazioni di assistenza umanitaria, prima accoglienza e la distribuzione di beni di vario genere.

Oggi il recruitment nel nostro mondo è sempre più globale – conclude Silvana Scandone, nonostante le comunità locali con cui lavoriamo apprezzino molto la presenza operativa di personale espatriato italiano, ci troviamo sempre più spesso a reclutare operatori di varie nazionalità. L’aumento importante della richiesta di operatori qualificati fa crescere la domanda e di conseguenza anche la naturale competizione tra organizzazioni, spesso di natura e dimensioni molto diverse, che si trovano a dover offrire livelli di retribuzione e benefit talvolta particolarmente alti. Questa è solo una legge di mercato, che non deve penalizzare la capacità di attrazione di alcune realtà più piccole e che fanno un lavoro importante per le comunità locali. COOPI questo tema se l’è posto, ed ha riflettuto ed agito sull’importanza di formare ed immettere nel “mercato” nuove risorse qualificate. Un cambio generazionale tra gli operatori umanitari che permette da una parte ai più giovani di formarsi ed iniziare questa professione e dall’altra di avere un bacino di operatori fruibili da parte di tutte le organizzazioni.

Interessante anche la geo-localizzazione dei profili ricercati dalle organizzazioni, le tabelle di seguito mostrano i paesi più interessati dagli annunci di lavoro pubblicati su Info Cooperazione e le organizzazioni italiane che hanno pubblicato più vacancy durante l’anno appena passato.

Emerge un’importante crescita dei profili ricercati in Italia, più del doppio in poco più di 4 anni. Dall’esame dei paesi esteri, tenendo conto che i dati 2020 includevano il periodo Covid di blocco della mobilità internazionale, restano alte le ricerche di profili che operino nei contesti di crisi, conflitto ed emergenza. Il dato 2022 ovviamente riflette la grande mobilitazione sul conflitto in Ucraina con 104 profili ricercati per operatività in Ucraina, Moldavia, Romania e Polonia. Crescono anche le ricerche in tre paesi tradizionalmente forti per la cooperazione italiana: Libano, Etiopia e Mozambico.


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