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Appello della famiglia per la liberazione del cooperante italiano arrestato in Venezuela

Il 15 novembre scorso, in Venezuela, è stato arrestato il cooperante italiano Alberto Trentini, 45 anni, originario di Venezia. Trentini si trovava nel Paese dal mese di ottobre per conto della ONG internazionale Humanity & Inclusion, che supporta le persone con disabilità. In passato aveva lavorato anche per la ONG italiana Coopi in Libano e Perù. È stato fermato in Venezuela mentre si dirigeva da Caracas a Guasdualito, nel sud-ovest del paese, accompagnato dall’autista della ONG, anch’egli arrestato.

Ad oggi, Alberto Trentini si trova detenuto in un carcere di Caracas, ma non sono state formalizzate accuse a suo carico. La famiglia e l’avvocata Alessandra Ballerini denunciano che nessuno ha potuto incontrarlo o comunicare con lui, nemmeno il rappresentante diplomatico italiano in Venezuela. La situazione è aggravata dai problemi di salute di Trentini, che soffre di ipertensione e non ha accesso ai medicinali di cui necessita. La famiglia, che inizialmente aveva richiesto il silenzio stampa per agevolare eventuali trattative, ha recentemente deciso di rendere pubblico l’accaduto, lanciando un appello al governo italiano affinché intervenga per garantire la sua liberazione e tutelare i suoi diritti fondamentali.

L’arresto di Trentini si inserisce in un quadro politico complesso. Il Venezuela, guidato dal presidente Nicolás Maduro, è spesso teatro di operazioni contro stranieri accusati di presunte attività sovversive. Tali operazioni, secondo esperti internazionali, vengono utilizzate dal regime per fare pressione su governi stranieri. Non è un caso che Diosdado Cabello, uno dei principali esponenti del governo venezuelano, sia noto per aver orchestrato arresti e discriminazioni contro oppositori politici.

La vicenda ha recentemente attirato l’attenzione delle istituzioni italiane a seguito del caso Sala. Il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per chiedere quali azioni siano state intraprese per garantire i diritti di Trentini durante la detenzione. Nel frattempo, le reti italiane delle ONG, AOI, CINI e Link2007, hanno espresso il loro sostegno alla famiglia, sollecitando un intervento diplomatico immediato per ottenere il rilascio del cooperante.

Il caso è stato segnalato anche dalla Commissione interamericana dei diritti umani (CIDH), che ha chiesto alle autorità venezuelane chiarimenti sulle condizioni di detenzione di Trentini. Tuttavia, la risoluzione della CIDH, pur evidenziando il caso a livello internazionale, non è stata concordata con la famiglia, che ha espresso perplessità su alcune ipotesi riportate.

I familiari di Trentini e le organizzazioni non governative ribadiscono l’urgenza di un intervento da parte delle autorità italiane. È considerato inaccettabile che un cittadino italiano, impegnato in attività umanitarie, venga privato dei suoi diritti fondamentali senza ricevere una tutela adeguata. La famiglia ha chiesto un impegno diretto della Presidente del Consiglio e dei Ministri competenti, con l’obiettivo di attivare un dialogo con le controparti venezuelane per garantire il rapido ritorno di Alberto in Italia.


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