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Sostegno europeo all’agenda sui diritti sessuali e riproduttivi, a che punto siamo

Il consorzio europeo Countdown 2030 Europe, di cui fa parte la OSC italiana Aidos, ha recentemente presentato il rapporto “Tracking What Counts” che offre una panoramica dettagliata sul sostegno politico e finanziario di 13 governi europei e delle istituzioni dell’UE sulla salute e sui diritti sessuali e riproduttivi (SRHR), per il periodo 2023/2024.

Nel 2023, i donatori europei hanno mantenuto un buon livello di contributi per programmi su salute sessuale e riproduttiva e pianificazione familiare (SRH/FP), con un totale di 1,661 miliardi di euro, segnando un aumento di 19 milioni di euro rispetto al 2022. Ancora più rilevante, il supporto complessivo sui diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) è cresciuto del 10%, raggiungendo 3,205 miliardi di euro. Questo incremento riflette uno spostamento verso un’agenda basata sui diritti, includendo elementi chiave come il controllo dell’HIV e l’accesso ai servizi salvavita.

Tuttavia, il rapporto evidenzia che, per la prima volta da anni, più paesi europei hanno ridotto i loro finanziamenti piuttosto che aumentarli, indicando un’inversione di tendenza preoccupante. Nonostante il sistema multilaterale rimanga il principale canale di supporto, con finanziamenti consistenti per programmi come la UNFPA Supplies Partnership, i contributi europei all’UNFPA sono calati del 14% per la SRH/FP e del 15% per la SRHR rispetto all’anno precedente, con una significativa riduzione del 31% nei contributi specifici al programma Supplies Partnership.

Spazio per una maggiore incidenza nell’APS europeo

Nonostante gli incrementi assoluti nei finanziamenti per SRH/FP e SRHR, il rapporto sottolinea che esiste ancora un ampio margine per aumentare il peso di questi settori all’interno dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) annuale dei paesi europei. Nel 2023, i singoli donatori europei hanno destinato tra lo 0,2% e il 5,1% del loro APS a SRH/FP (rispetto allo 0,3%-4,8% del 2022 e allo 0,3%-5,7% del 2021) e tra lo 0,4% e il 6,9% a SRHR (contro lo 0,9%-5,9% del 2022 e lo 0,8%-7,5% del 2021). Questa diminuzione della percentuale minima di spesa per SRH/FP e SRHR rispetto all’APS complessivo, nonostante i volumi di finanziamento siano stati mantenuti o aumentati, è giustificata da un nuovo massimo storico dell’APS, risalente al 1960. Questo contesto mette in luce l’urgenza di un impegno più forte e mirato per garantire che la salute e i diritti sessuali e riproduttivi ricevano l’attenzione che meritano.

L’Italia: impegni senza cifre concrete

Il capitolo dedicato all’Italia nel rapporto mostra un quadro incerto. Sebbene l’Italia sia formalmente “on track” per i suoi impegni internazionali in tema di SRHR, il paese non ha presentato impegni finanziari quantificati. Tra gli obiettivi dichiarati ci sono:

  • Continuare a sostenere iniziative multilaterali per eliminare pratiche dannose, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati.
  • Cooperare strettamente con il sistema delle Nazioni Unite per promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne.
  • Destinare risorse per azioni mirate all’eradicazione della violenza contro le donne e sviluppare nuove iniziative che coinvolgano anche gli uomini come attori chiave nella lotta alla violenza di genere.

Tuttavia, il rapporto sottolinea che, nonostante queste promesse, il finanziamento effettivo risulta in calo, segnalando una discrepanza tra le dichiarazioni politiche e le risorse allocate.

Le sfide e le opportunità per il 2025

Il 2025 rappresenta un anno cruciale per accelerare la realizzazione globale degli obiettivi SRHR, in particolare con il 30° anniversario della Dichiarazione di Pechino e della Piattaforma d’Azione. Questo evento offrirà ai donatori europei l’opportunità di riaffermare il loro impegno e, auspicabilmente, di aumentare il livello delle loro contribuzioni, rispondendo alle crescenti necessità globali. Nonostante gli incrementi assoluti nei contributi europei alla SRHR nel 2023, il rapporto lamenta il fatto che la quota di questi finanziamenti rispetto all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) complessivo rimane bassa. Con la pressione di molteplici crisi globali, dai conflitti internazionali al cambiamento climatico, l’appello del Consortium Countdown 2030 Europe è chiaro: i donatori europei devono fare di più, garantendo investimenti basati sulla giustizia per promuovere l’accesso universale ai diritti sessuali e riproduttivi.

In definitiva, il rapporto “Tracking What Counts” non solo fotografa lo stato attuale dei finanziamenti europei per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, ma lancia anche un chiaro monito: senza una forte direzione politica e un deciso aumento delle risorse, gli obiettivi globali del 2030 rischiano di restare fuori portata. Per l’Italia, questo significa trasformare gli impegni dichiarati in finanziamenti concreti e continuare a giocare un ruolo chiave nella promozione dell’uguaglianza di genere e della salute sessuale e riproduttiva a livello globale.

Scarica il rapporto completo


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