ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Vuoi ricevere ogni giorno i bandi e le news?

A Nairobi un nuovo polo globale delle Nazioni Unite

Negli ultimi mesi, le Nazioni Unite hanno avviato una delle più profonde ristrutturazioni interne della loro storia recente, spostando parte significativa delle proprie sedi operative e funzioni chiave da città tradizionalmente costose come New York e Ginevra verso località considerate più sostenibili dal punto di vista finanziario e strategico. Al centro di questa trasformazione c’è Nairobi, che si prepara a diventare uno dei principali hub globali dell’ONU entro la fine del 2025, ospitando i nuovi quartier generali di UNFPA, UNICEF e UN Women, oltre agli storici UNEP e UN-Habitat. Alla base di questa scelta c’è una crisi finanziaria che coinvolge l’intero sistema delle Nazioni Unite, aggravata dagli arretrati nei pagamenti da parte di numerosi Stati membri e dalla riduzione dei contributi dei principali finanziatori come Stati Uniti e Regno Unito. In risposta a questi problemi, il Segretario Generale Antonio Guterres ha lanciato il programma di riforma “ONU80”, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e ridurre i costi dell’intera struttura operativa delle Nazioni Unite.

 

Nairobi: nuovo polo globale

Nairobi già ospita 86 uffici delle Nazioni Unite, con una forza lavoro di circa 20.000 persone provenienti da 165 Paesi. L’espansione prevista prevede l’arrivo di tre nuovi quartier generali (UNFPA, UNICEF e UN Women), che porteranno ulteriori 800 dipendenti e rafforzeranno il ruolo della capitale keniota come snodo decisionale internazionale. Il progetto di ampliamento del complesso UNON (United Nations Office at Nairobi) prevede un investimento di circa 267 milioni di dollari, con la costruzione di un nuovo centro conferenze da 9.000 posti e strutture all’avanguardia per ospitare eventi globali, media e delegazioni.

Il governo keniota ha sostenuto con forza l’iniziativa, donando nuovi terreni e promuovendo la candidatura di Nairobi come città simbolo della cooperazione multilaterale africana. Secondo le stime, l’indotto economico e occupazionale sarà rilevante: si prevede la creazione di centinaia di nuovi posti di lavoro diretti e un forte impulso ai settori dei servizi, della sicurezza e della logistica.

 

Impatti per l’organizzazione e il personale

La ristrutturazione comporta vantaggi economici per l’ONU, che potrà ridurre i costi di gestione e allocare più risorse alle attività di campo. Tuttavia, il trasferimento di funzioni e personale sta generando forti preoccupazioni tra i dipendenti, in particolare quelli basati a Ginevra e New York. A Ginevra, i sindacati hanno organizzato manifestazioni contro la prospettiva di licenziamenti e trasferimenti forzati, temendo la perdita di migliaia di posti di lavoro e il ridimensionamento del ruolo della città nella governance globale. Molti espatriati sono preoccupati per le condizioni di sicurezza, la qualità dei servizi e la possibilità di ricollocamento delle famiglie.

Alcune agenzie, come UNFPA, hanno già annunciato che fino al 25% del proprio personale globale sarà trasferito a Nairobi entro il 2025, mentre i dettagli su ulteriori spostamenti sono ancora oggetto di negoziato. Il Segretario Generale Guterres ha riconosciuto che “alcuni di questi cambiamenti saranno dolorosi per la nostra famiglia onusiana”, ma ha invitato gli Stati membri ad avere coraggio e visione per garantire la sostenibilità dell’organizzazione.

 

Impatti sulle città ospitanti

Mentre per Ginevra e New York la ristrutturazione significa una perdita di centralità, con possibili ricadute negative sull’indotto economico locale e sull’attrattività internazionale, per Nairobi, la presenza rafforzata dell’ONU rappresenta un’opportunità economica e simbolica. Gli analisti locali prevedono un forte impulso a settori come la sicurezza, i servizi, la logistica e il real estate, oltre a una maggiore visibilità internazionale. Il Kenya potrà consolidare la propria leadership regionale nella diplomazia multilaterale e attrarre altre organizzazioni internazionali, come già indicato da Mudavadi che ha segnalato l’interesse di numerose ONG e agenzie a stabilire centri regionali in città. Tuttavia, come sottolinea un’analisi pubblicata su Business Daily Africa, la sfida principale sarà garantire che Nairobi sia effettivamente pronta a gestire questa crescita. Occorrerà investire ulteriormente in sicurezza, infrastrutture, trasporti e servizi per mantenere elevati standard internazionali e rispondere alle esigenze di una comunità internazionale sempre più numerosa ed esigente. Il rischio, in caso di inadeguatezza, è che la qualità delle operazioni e la soddisfazione del personale ne risentano, compromettendo la reputazione della città come hub globale.

 

Decisioni ancora da prendere sulle altre sedi

Altre città già dotate di importanti hub ONU potrebbero essere coinvolte nei futuri trasferimenti, secondo la struttura attuale dell’organizzazione, potrebbero essere:

  • Copenhagen: già sede di “UN City”, un grande polo che raggruppa diverse agenzie ONU e che è stato recentemente ampliato.
  • Vienna: storica sede di numerose agenzie ONU, tra cui UNODC e IAEA.
  • Bangkok e Addis Abeba: centri regionali ONU di rilievo per l’Asia e l’Africa.
  • Roma: già ospita il World Food Programme, FAO e IFAD.

Tuttavia, nessuna decisione ufficiale e pubblica è stata ancora presa per lo spostamento di quartier generali globali in queste città. Le proposte definitive di ristrutturazione e i dettagli sulle nuove destinazioni dovranno essere presentati entro metà 2025 e saranno oggetto di ulteriore comunicazione da parte del Segretariato Generale.


Leggi anche






Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *