Il vertice di Siviglia si chiude con molte domande aperte. Da un lato, il raggiungimento di un accordo tra 192 Paesi rappresenta un risultato non scontato nel clima geopolitico attuale. Dall’altro, le modalità con cui è stato costruito l’accordo e il contenuto stesso del documento finale mostrano i limiti di un sistema multilaterale in difficoltà. Il documento finale della Quarta Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo di Siviglia, delinea un rinnovato quadro globale per il finanziamento dello sviluppo che si scontra con il gap annuo di finanziamento di 4.000 miliardi di dollari per lo sviluppo sostenibile. Un elenco ambizioso di riforme e iniziative che dovrebbero colmare urgentemente questa lacuna grazie anche all’istituzione della Sevilla Platform for Action (SPA), il braccio operativo pensato per tradurre gli impegni in progetti.
Dopo la cerimonia di apertura, che ha visto sfilare sul palco i leader del mondo tra sorrisi e strette di mano, il Segretario Generale Guterrez ha avviato la parte operativa della conferenza, presentando un pacchetto di oltre 130 iniziative concrete da attuare nel breve periodo.
Il contenuto del documento finale
Il “Compromiso de Sevilla”, adottato formalmente il 30 giugno 2025, è un documento di 38 pagine che propone un pacchetto ambizioso di riforme e azioni. Tra i punti chiave del documento:
- Riforma dell’architettura finanziaria internazionale: Si ribadisce la necessità di democratizzare la cooperazione allo sviluppo, promuovere una ripartizione più equa dei poteri e istituire un meccanismo multilaterale per la rinegoziazione del debito, in risposta alle crisi ricorrenti e alle disuguaglianze di lunga data.
- Allineamento con l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi: Gli impegni presi sono in linea con i principi dei diritti umani, la parità di genere, la sostenibilità ambientale e la titolarità nazionale delle strategie di sviluppo.
- Mobilitazione di risorse interne e private: Il documento sottolinea l’importanza di rafforzare la capacità fiscale dei paesi in via di sviluppo e di attrarre investimenti privati, anche tramite partenariati pubblico-privato e strumenti innovativi di blended finance.
- Inclusione delle persone vulnerabili: Viene posta attenzione alle esigenze delle persone con disabilità e delle comunità più fragili, richiedendo che i finanziamenti tengano conto delle loro specificità.
- Anticorruzione e trasparenza: Il testo include impegni per migliorare la trasparenza, la lotta alla corruzione e la responsabilità nell’uso delle risorse, anche se la società civile ha giudicato queste misure ancora poco ambiziose rispetto alle necessità di riforma strutturale
Un elenco di buone intenzioni
Il Sevilla Platform for Action sicuramente rappresenta un tentativo innovativo di superare la distanza tra dichiarazioni politiche e azioni concrete, promuovendo la titolarità nazionale e la collaborazione multilivello. Il meccanismo permetteva ai paesi di presentare le proprie iniziative dal 1° maggio al 6 giugno scorso, con la possibilità di lanciarle ufficialmente le iniziative durante la conferenza. Ogni proposta doveva includere una descrizione dettagliata, una lista di azioni, gli SDGs coinvolti, i soggetti responsabili e una timeline per l’implementazione.
Tra le principali iniziative contenute nella Platform for Action:
- una piattaforma globale per lo scambio del debito (debt swap), lanciato da Spagna e Banca Mondiale per facilitare la conversione del debito in investimenti per lo sviluppo
- una nuova piattaforma a guida Nazioni Unite per riequilibrare i rapporti di forza nelle negoziazioni sul debito (Borrowers’ Forum)
- un’alleanza per la sospensione temporanea del debito (debt-pause alliance),
- una piattaforma di finanziamento misto (blended finance),
- un nuovo strumento per le banche multilaterali di sviluppo per gestire il rischio di cambio
- un’iniziativa di capacity building nella finanza per lo sviluppo promossa tra gli altri da Italia e Kenya.
Le reazioni della società civile
Il rischio che questo sia l’ennesimo contenitore di buone intenzioni è dietro l’angolo. A sostenerlo sono diverse ONG, reti internazionali, sindacati e movimenti riunite nel Forum della Società Civile che hanno espresso forte delusione per l’esito dei negoziati e per il modo in cui sono stati gestiti i lavori.
Secondo Oxfam il tema delle disuguaglianze non ha acquisito centralità ed è mancata attenzione alla giustizia fiscale e alla redistribuzione equa delle risorse e si è invece data eccessiva enfasi alla mobilitazione di capitali privati. Eurodad ha denunciato invece le restrizioni inusuali imposte per la partecipazione della società civile al vertice. Trasparenza e inclusione sono mancate anche nel processo di negoziazione del documento finale a porte chiuse “nel seminterrato delle Nazioni Unite a New York dove la società civile non era benvenuta” – ha dichiarato la rappresentante della rete durante la plenaria.
Le reti della società civile del Sud globale hanno sottolineato l’urgenza di riformare le regole del debito e di garantire un accesso più equo e rapido ai finanziamenti, denunciando la lentezza e la complessità degli attuali meccanismi multilaterali, la dipendenza da aiuti condizionati e la mancanza di rappresentanza nei processi decisionali globali.
Tutti concordano sul fatto che manchino impegni vincolanti e un calendario stringente per l’attuazione di quanto elencato nella Platform for Action. Anche per questo una delle iniziative proposte nello SPA è proprio un patto per dare seguito agli impegni assunti dagli Stati membri e dai partner durante la Conferenza. Si tratta del “Patto 2030 per una Cooperazione Efficace allo Sviluppo” presentato dalla CSO Partnership for Effective Development Co-operation, un invito all’azione per un sistema di cooperazione co-creato, adeguato allo scopo e fedele ai principi di efficacia.
Scarica il documento del “Compromiso di Siviglia”