Secondo un recente rapporto, i lavoratori del terzo settore segnalano lacune significative in 8 delle 12 competenze digitali di base. Le carenze maggiori riguardano ambiti cruciali per l’innovazione e la crescita, come l’intelligenza artificiale (con una carenza dell’86,7%), il fundraising online (67,3%), il monitoraggio e l’analisi dei dati (63,6%) e la SEO e pubblicità online (60,1%).
Se a questo si aggiunge che l’85,2% (ISTAT 2022) delle organizzazioni non profit in Italia non ha personale dipendente, abbiamo di fronte uno scenario incerto laddove l’assenza di una stabilizzazione lavorativa si unisce alla difficoltà del Terzo settore di attrarre il capitale umano necessario alla transizione digitale degli ETS. Questo significa che l’acquisizione di queste competenze non è solo una questione di efficienza, ma una vera e propria urgenza per garantire la sostenibilità e l’impatto delle organizzazioni in un panorama sempre più digitalizzato.
I settori dove la digitalizzazione può davvero fare la differenza includono, tanto per citare le funzioni principali del lavoro degli ETS, la gestione amministrativa e la compliance, il fundraising e la relazione con i donatori, competenze organizzative, gestione del personale, gestione dei dati e la sicurezza.
Le organizzazioni del Terzo Settore stanno cercando, spesso a fatica, di orientarsi tra pianificazione strategica del processo di digitalizzazione, identificazione dei tool più efficaci e processi di crescita di competenze del personale, ma devono fare i conti con la mancanza di risorse (finanziarie ma anche di tempo) e con la difficoltà a muovere i primi passi e identificare gli strumenti più idonei nell’offerta ormai sterminata di tool e applicazioni.
Nuovi scenari nella comunicazione digitale
Che si tratti di organizzazioni non profit o di marchi commerciali, aziende come Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp, ecc.), Alphabet (Google, Chrome, ecc.), Microsoft (Linkedin) hanno plasmato tramite le proprie piattaforme sia il modo di comunicare e promuovere una causa, sia quello di vendere e pubblicizzare un prodotto. Negli ultimi vent’anni abbiamo infatti assistito alla costruzione di veri e propri ecosistemi digitali, per lo più proprietari, ad opera di queste grandi aziende tecnologiche, quasi tutte con sede negli USA.
Il Terzo Settore non è stato immune a questo processo. Pur se con ritardo e in maniera più timida, rispetto alla controparte profit, pian piano gli ETS hanno saputo mettersi al passo costruendo strategie di marketing e comunicazione all’interno di questi ecosistemi digitali. Conseguenza più evidente di questa dinamica è stata lo sviluppo di una dipendenza quasi totale dai servizi offerti da questi giganti tecnologici.
Non sono mancati i programmi riservati alle organizzazioni non profit da parte di questi colossi del web che spesso hanno lanciato iniziative volte ad offrire i propri servizi gratuitamente a organizzazioni ed enti impegnate nel sociale (Google for Non Profit, Microsoft for Non Profit, ecc.).
Questa dipendenza dagli strumenti di marketing e dall’utilizzo di piattaforme social per campagne di raccolta fondi, advocacy o sensibilizzazione ha esposto in particolare le organizzazioni non profit alle conseguenze derivanti da scelte strategiche, quanto unilaterali, di aziende che hanno come fine ultimo il profitto
La transizione digitale a portata del tuo ente con Digital Regional Network
Navigare il complesso panorama digitale non è più un’opzione quindi, ma una necessità per ogni organizzazione che desidera crescere e massimizzare il proprio impatto sociale. Non si tratta solo di imparare a usare nuovi strumenti, ma di integrare la digitalizzazione nel DNA dell’organizzazione.
Il progetto Digital Regional Network, realizzato da Forum Terzo Settore Piemonte, Consorzio ONG Piemontesi, Arci Servizio Civile Piemonte e Fablab Torino in collaborazione con Mapping Change, Forestae Agenzia di Comunicazione, ForwarTo, con il coordinamento di C.I.F.A. ETS. è stato concepito proprio per dare una risposta concreta alla sfida in corso. Il progetto è finanziato dal Fondo per la Repubblica Digitale.

I corsi gratuiti offerti, elaborati con enti leader della formazione in Piemonte, rispondono direttamente alle criticità evidenziate in precedenza e permetteranno di:
- sviluppare competenze strategiche necessarie per guidare la transizione digitale in un’ottica di valutazione di impatto,
- identificare e imparare ad usare tool digitali pratici per una gestione più efficiente delle attività, delle risorse e dei processi,
- ripensare la comunicazione e il fundraising sulla base dei nuovi scenari sociali ed integrando strumenti come l’IA per potenziare strategie di comunicazione e creare un legame diretto con la propria base,
- rafforzare la propria leadership trasformativa e guidare il cambiamento internamente.
Il cuore dei percorsi in partenza sta nel coniugare una visione del cambiamento in corso con strumenti digitali pratici che diano risposte concrete al lavoro degli operatori degli ETS. I partecipanti ai corsi potranno apprendere come utilizzare strumenti digitali gratuiti e open source per la collaborazione interna, strumenti di AI generativa per supporto organizzativo e per la comunicazione, sistemi di automated reporting per bilanci sociali, sistemi di raccolta dati su attività, impatto e utenti, capire come potenziare i sistemi di sicurezza dei dati, migliorare le soft skill necessarie per accompagnare la transizione al digitale e molto molto altro.
41 percorsi in presenza raggiungeranno le province del Piemonte e 10 percorsi saranno disponibili online per poter accedere ai contenuti anche da remoto.
Oltre ai corsi il progetto metterà a disposizione fino a giugno 2026 pacchetti di consulenze personalizzate per gli enti erogate direttamente dagli esperti presso gli enti aderenti.*
Per scoprire tutte le opportunità e i percorsi formativi iscriviti al webinar di presentazione del progetto che si terrà il 15 ottobre su ZOOM

