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La replica di Amadori: Nessun asse alternativo, tutto sarà integrato con MAECI e AICS

A seguito della pubblicazione del post pubblicato ieri sul fondo Africa in fase di elaborazione presso la vice presidenza del consiglio, il professor Amadori ci ha inviato una replica che contiene alcuni chiarimenti e rassicurazioni che condividiamo volentieri anche allo scopo di alimentare un dibattito costruttivo sullo sviluppo della politica italiana di cooperazione internazionale.

“Ringrazio la testata per l’interessante e stimolante articolo dedicato al lavoro che sto cercando di portare avanti, come consigliere per l’analisi politica e sociale, alla Vice Presidenza del Consiglio, e del quale ho parlato in un’intervista a Vita.it. Si tratta di un lavoro in pieno divenire, costruito attorno al concetto di “Africa Beyond Aid”, di cui sono debitore – come avete giustamente evidenziato – al presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, e che si sta a mano a mano arricchendo di vari contributi, molti dei quali esterni al governo (ossia proprio da parte di ONG e di altre realtà della società civile)”.

Desideravo solo precisare due punti, sui quali mi rendo conto di essere stato troppo sintetico, nella mia intervista a Vita.it. Il primo è che il concetto di “Fondo sovrano” è utilizzato non in senso letterale, ma come termine di paragone. E’ insomma un concetto del tutto provvisorio, e per ora formulato su una base analogica (e che pertanto dovrà essere molto migliorato, sino a diventare qualcosa di tecnicamente utilizzabile).

Il secondo è che tutta l’attività progettuale di cui mi sto occupando alla Vice Presidenza si sta sin d’ora raccordando strettamente con il lavoro svolto dal MAECI e in particolare da AICS. Dunque, non si tratta di sviluppare un “asse alternativo” a quanto fa meritoriamente la nostra cooperazione internazionale, bensì di realizzare una nuova attività progettuale complementare, che poi andrà (come deve del resto andare) a congiungersi e a integrarsi con le decisioni e le azioni di AICS. Anche perché, altrimenti, questa attività non potrebbe raggiungere lo scopo per cui è pensata.

Quindi, sottolineo, integrazione e sinergia e non alternativa né tanto meno contrapposizione. In questa azione di co-progettazione e di integrazione, credo che un eventuale maggiore ruolo propositivo e di co-azione da parte di alcuni ministeri (a cominciare dall’Interno), sempre in sinergia col MAECI e con i suoi organi, non possa essere visto che come un importante e auspicabile fattore di sviluppo e di accelerazione.

E’ esattamente in quest’ottica che sto lavorando al progetto “Africa Beyond Aid”, con la mia più piena disponibilità non solo a dialogare, ma anche a collaborare praticamente, con tutte le realtà del settore, a cominciare da questa importante community. Sarò lieto, se lo vorrete, di discuterne anche con voi, qui, su questo blog, proprio allo scopo di riceverne spunti di critica e possibilità di miglioramento. Data la complessità del tema, più persone danno il loro contributo, migliore diventano sia l’elaborazione concettuale sia, soprattutto, la sua traduzione in azione pratica”.


Il dibattito è quindi aperto e il progetto sembra essere in divenire, quindi con la possibilità di recepire ulteriori idee e commenti. Le pagine di Info Cooperazione sono altrettanto aperte per chi volesse commentare e proporre. Potete scrivere alla redazione o pubblicare i vostri commenti di seguito.


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  1. “Dialogare, ma anche a collaborare praticamente, con tutte le realtà del settore, a cominciare da questa importante community” … sembra un’affermazione un po’ ambiziosa, fatta da un governo che fino ad oggi si è relazionato a “questa importante community” per mezzo di denunce, querele, arresti, criminalizzazioni e leggi da stato di polizia. Dunque la favola di essere disponibili a dialogare si potrebbe raccontare a qualcun altro.
    Rispetto al contenuto della “nuova politica di cooperazione”, per chi lavora nel settore non è nuovo. I concetti di “co-sviluppo” e di cooperazione partecipata esistono da decenni e diverse ONG li applicano nella loro azione, nonostante i bastoni fra le ruote messi da AICS e MAECI. Aver nominato a capo dell’AICS un dirigente MAECI non è stato un gesto di dialogo in questo senso. Anche questa sembra una favola da raccontare a qualcun altro.

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