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Una prima fotografia delle risorse umane della cooperazione

Il 54% degli operatori impiegati nella cooperazione sono donne. Di queste l’86% lavorano all’estero e il 14% in Italia. La quota maschile si ferma al 46 % con un 19% di impiegati in Italia e un 81% all’estero. Sono questi i primi dati aggregati dal sito Open Cooperazione sulle risorse umane della cooperazione allo sviluppo in Italia. Una prima fotografia parziale del settore composta dai dati inseriti da oltre 40 organizzazioni Italiane impegnate nella cooperazione e nell’aiuto umanitario. Gli operatori di ONG e Onlus impiegati in Italia sono assunti per il 28,8% con contratti a tempo indeterminato e per il 2,3% a tempo determinato. La restante parte è impiegata attraverso collaborazioni a progetto (38,5%) e prestazioni con partita IVA (30,3%). Bisogna precisare però che i dati aggregati visibili su Open Cooperazione sono relativi all’anno 2014, precedenti quindi all’approvazione del JobsAct, riforma che influirà in maniera importante sui dati dell’anno in corso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le risorse umane impiegate all’estero sono per il 93% contrattate con contratti locali e si riferiscono per la gran parte allo staff locale delle nostre organizzazioni. Il 6,2% hanno un contratto di collaborazione a progetto.

 

Ma quanto guadagnano gli operatori delle ONG? Abbiamo chiesto alle organizzazioni di dichiarare lo stipendio più alto che pagano e quello più basso. Tra quelle che hanno risposto (non tutte!) la forbice oscilla tra 60.000 euro lordi annui a 12.000 euro lordi annui. Verosimilmente gli stipendi più alti sono riservati ai dirigenti (Direttori, Segretari generali, ecc) o agli espatriati senior che operano in aree ad alto rischio.

 

A proposito di dirigenti è interessante il dato che emerge rispetto al loro turnover dentro le organizzazioni. Il 50% di Direttori e Segretari generali sono in carica da meno di 3 anni. Il 18% lo è da 3 a 10 anni e quasi il 16% è in carica da più di 10 anni. Per quanto riguarda il genere, alla direzione delle ONG e Onlus registriamo un 58% di uomini e un 42%di donne.

La situazione non è dissimile per i rappresentanti legali delle organizzazioni. I presidenti sono mediamente in carica da meno di 3 anni (53%), tra 3 e 10 anni (31%), oltre i dieci anni (13%). In questo caso la differenza di genere è più accentuata con l’80% di presidenti uomini e solo il 20% di donne.

 

Il 42% delle organizzazioni italiane impegnate nella cooperazione hanno una base associativa composta da meno di 30 soci, il 34% ne ha tra 30 e 100 e solo il 24% ha più di 100 soci.

I dati fotografati da Open Cooperazione sono in continua evoluzione e si aggiornano automaticamente sommando i valori inseriti dalle nuove organizzazioni che ogni giorno si registrano al database e decidono di rendere pubblici i propri dati di trasparenza.

 

Registrare la propria organizzazione è semplice e la compilazione dei dati richiede un tempo molto limitato.


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  1. Mi complimento con chi sta lavorando a questo progetto. Era ora che ci fosse un sito che mostra la complessità e la ricchezza del settore della cooperazione….che non è fatto solo di poche grandi organizzazioni. Spero che al più presto la maggior parte delle organizzazioni italiane inseriscano i propri dati. A quel punto il valore di questo progetto sarà importantissimo per tutti. grazie ancora Alfio

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