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Partire o restare, i cooperanti al bivio davanti alla possibile diffusione del Covid-19 in Africa

“Ci sono tanti italiani in difficoltà all’estero e vogliono rientrare in Italia“. L’unità di crisi della Farnesina “sta cercando di dare il massimo per seguire ognuno” di loro. Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri, lo ha detto due giorni fa in una diretta Facebook. “Stiamo cercando di tenere la massima allerta su tutte le telefonate che arrivano, su tutti i messaggi che riceviamo. Non è semplice ma un po’ alla volta li faremo tornare tutti quanti in Italia attraverso varie strade che stiamo seguendo, tra cui soprattutto i voli di linea e in alcuni casi le navi, che consentono di poter rientrare magari con uno scalo in più”, ha aggiunto il ministro.

Effettivamente in diversi paesi partner della cooperazione iniziano a manifestarsi i primi casi di positività al virus, in Africa il contagio è ormai registrato in 30 paesi con quasi 500 casi accertati, oggi anche Tanzania, Liberia, Benin e Somalia hanno registrato il primo paziente contagiato. I paesi più colpiti per ora sono Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia, Sud Africa, Senegal e Burkina Faso dove tra i 15 positivi al coronavirus c’è anche l’ambasciatore italiano nel paese.

Il personale espatriato di molte ONG sta già attuando misure di prevenzione riducendo gli spostamenti e cancellando eventi o attività che coinvolgono molte persone ma nonostante i casi siano ancora limitati nella maggior parte dei paesi cresce la preoccupazione sullo scenario che si potrebbe creare se il contagio dovesse prendere piede al ritmo che si sta registrando in Europa.

Nel frattempo i paesi stanno iniziando a prendere misure di prevenzione diversificate che riguardano la limitazione o il blocco del traffico aereo e in alcuni casi di tutte le frontiere. E’ il caso del Sudan, che ha chiuso le frontiere terrestri e gli aeroporti con deroghe solo per aiuti umanitari e merci, dell’Egitto che da giovedì chiuderà tutti gli aeroporti fino a fine mese e di Guinea Equatoriale, Ciad e Camerun, unico paese dove sono state varate misure restrittive simili a quelle italiane.

Diversi paesi hanno bloccato l’ingresso ai cittadini di paesi dove si siano registrati un certo numero di casi, è il caso di Mauritius, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Sud Africa, Botswana, Marocco, Tunisia, Giordania, Libano, Iraq e anche Guatemala, Ecuador, El Salvador, Cile e Colombia in America Latina. La maggior parte dei paesi ha disposto invece il blocco dei voli da e per l’Europa con una certa diversificazione. Il Senegal per esempio ha annunciato che sospenderà i voli da e per Francia, Italia, Spagna, Belgio e Portogallo, nonché Tunisia e Algeria, per un periodo di 30 giorni. Questa mappa realizzata dalle riviste Africa e Africa e Affari mostra le limitazioni attualmente in vigore per i cittadini italiani in arrivo.

Il rischio concreto che preoccupa i cooperanti espatriati è quello di ritrovarsi da un giorno a l’altro bloccati in alcuni paesi, soprattutto quelli con traffico aereo ridotto a poche destinazioni internazionali.

Sono oltre 3mila gli italiani, tra cooperanti, volontari e giovani del Servizio civile universale e del Servizio volontario europeo che al momento sarebbero impegnati all’estero in progetti di cooperazione e a cui, in tempo di coronavirus, dobbiamo fornire canali di rimpatrio, se lo desiderano“: a sottolinearlo è Silvia Stilli, portavoce dell’AOI. In questo senso le rappresentanze delle ONG “hanno sollevato il problema con la Farnesina, con cui è in corso un’interlocuzione. Per ora il ministero degli Affari esteri ci ha dato la disponibilità a visionare le informazioni che stiamo raccogliendo, per valutare la sostenibilità di eventuali soluzioni“.

Nel frattempo la situazione si complica anche in Italia per via della chiusura degli aeroporti. Il governo ha disposto la chiusura fino al 25 marzo più di metà degli aeroporti italiani — compresi alcuni tra i più importanti come quello di Milano Linate e Bergamo-Orio al Serio. Stop alle attività anche ad Alghero, Brindisi, Comiso, Firenze, Olbia, Perugia, Reggio Calabria, Rimini, Trapani, Treviso, Trieste, Verona. Restano aperti invece Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa (che sposta le operazioni al Terminal 2, chiudendo il T1), Napoli, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino (che interrompe i movimenti al Terminal 1 e lascia aperto solo il T3), Torino e Venezia.

Il ministro di Maio ha dichiarato oggi che” gli italiani che rientrano in questi giorni dall’estero saranno messi in quarantena, misura a mio avviso necessaria per la loro stessa salute e, naturalmente, per la salute pubblica di tutti. Occorre valutare ogni provvedimento precauzionale volto a contenere sempre di più la diffusione del virus. Sono misure stringenti ma necessarie”.


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