Nella Gazzetta ufficiale del 13 febbraio 2025 è stato pubblicato un Decreto del presidente del Consiglio che ritira il precedente Dpcm del 29 luglio 2024 che prevedeva lo stanziamento di 70 milioni di euro per l’anno 2025 per finanziare il Fondo per la Repubblica digitale. Il fondo era stato appositamente istituito con il decreto legge 59/2021 per ampliare le conoscenze in materia digitale e veniva presentato come un’innovativa partnership tra il pubblico e il privato sociale: tra il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e il Ministro dell’economia e delle finanze da una parte e dall’Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria dall’altra.
L’iniziativa era stata istituita nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Fondo Nazionale Complementare, con il fine di accrescere le competenze digitali dei cittadini, sostenendo progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. Per questo motivo è stata creata un’impresa sociale incaricata di dare attuazione al fondo selezionando e sostenendo progetti di reskilling e di upskilling digitale con un particolare focus su NEET, donne, disoccupati ed inattivi.
Ma per quale motivo il governo ha deciso di azzerare la sua partecipazione al fondo? Il motivo è spiegato nei Dpcm appena pubblicato in gazzetta e consiste nel fatto che quando a settembre scorso il segretario generale di Palazzo Chigi ha predisposto il bilancio di previsione per il 2025 ha ritenuto, probabilmente per la spending review di azzerare il capitolo di bilancio delle risorse relative al Fondo per la Repubblica digitale.