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Società civile sotto attacco, le ONG europee chiedono sostegno e trasparenza

In un momento storico in cui i valori democratici sono messi alla prova in tutta Europa, le organizzazioni della società civile lanciano un appello alla politica e all’opinione pubblica per difendere il loro ruolo e la legittimità del finanziamento pubblico. A sollevarsi è una vasta coalizione di ONG europee che denuncia una crescente campagna di delegittimazione orchestrata da alcune forze politiche, in particolare eurodeputati del Partito Popolare Europeo (PPE) e gruppi della destra populista.

Secondo la dichiarazione congiunta, promossa da Civil Society Europe e sottoscritta da centinaia di organizzazioni in tutta l’Unione, le accuse mosse contro le ONG sono basate su disinformazione, toni polemici e ricostruzioni distorte. L’ultimo attacco si è concentrato in particolare sul programma LIFE, principale strumento di finanziamento dell’UE per la tutela ambientale e l’azione climatica. Alcuni eurodeputati hanno messo in discussione la legittimità di questo supporto finanziario, insinuando – senza fondamento – che le ONG siano pagate dalla Commissione per fare lobbying a favore delle sue politiche, in particolare sul Green Deal.

Ma la realtà, sottolineano le ONG, è ben diversa. Il programma LIFE, che dispone di un budget annuale di circa 700 milioni di euro, ne destina solo 15,6 milioni a ONG ambientali, selezionate attraverso un processo competitivo e trasparente, regolato dal Parlamento e dagli Stati membri. Fondi che servono a garantire informazioni basate su evidenze scientifiche, buone pratiche dal territorio e il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle politiche pubbliche.

A questo si sono aggiunte negli ultime settimane reazioni strumentali alla recente pubblicazione di una relazione della Corte dei Conti europea che solleva interrogativi sulla trasparenza con la quale la Commissione europea gestisce i fondi comunitari destinati alle organizzazioni non governative.

Il problema, spiegano le organizzazioni firmatarie, non è solo la contestazione di specifici finanziamenti, ma un attacco sistemico al ruolo della società civile nel processo democratico europeo. Le ONG sono state tra le prime promotrici della trasparenza istituzionale, contribuendo alla nascita del Registro europeo per la trasparenza e adottandolo con convinzione. Eppure, oggi sono accusate – falsamente – di eludere proprio quei meccanismi che hanno aiutato a costruire. Le OSC esprimono anche preoccupazione per la riduzione di fondi in alcuni ambiti particolarmente sensibili come quelli destinati all’educazione alla cittadina globale, la Commissione infatti ha recentemente minacciato tagli importanti al programma DEAR (Development Education and Awareness Raising) che fornisce finanziamenti alle OSC per promuovere attività e programmi educativi sulla cittadinanza attiva, la sostenibilità e i diritti umani tra i cittadini europei.

In gioco non c’è solo la credibilità delle organizzazioni, ma la tenuta della democrazia europea. “È nelle dittature che si pensa che i cittadini debbano essere rappresentati solo dai loro governanti e che non siano necessari corpi intermedi”, si legge nella dichiarazione. Al contrario, una democrazia sana si basa su una società civile forte, pluralista e finanziata in modo indipendente, capace di portare avanti i valori sanciti dai Trattati dell’UE e dalla Carta dei diritti fondamentali.

Il divario tra le possibilità di influenza delle grandi lobby industriali e il mondo delle ONG è abissale: solo nel 2024, le 50 aziende con i budget di lobbying più alti hanno speso insieme quasi 200 milioni di euro a Bruxelles, contribuendo in molti casi a indebolire norme a tutela dell’ambiente, della salute pubblica e dei diritti dei consumatori.

Le ONG chiedono dunque che le istituzioni europee:

  • respingano le campagne di disinformazione;
  • riconoscano il valore democratico della partecipazione civica;
  • rafforzino il quadro normativo a tutela della società civile;
  • garantiscano fondi pubblici sufficienti, stabili e trasparenti per sostenere il lavoro delle organizzazioni che agiscono per i diritti, l’ambiente, la giustizia sociale e l’inclusione.

Il documento è firmato da centinaia di realtà europee e internazionali, tra cui Amnesty International, Greenpeace, Caritas Europa, Alliance2015, CONCORD Europe, WWF EU, Legambiente, Alda, ARCI, Forum del Terzo Settore, e molte altre. È un segnale forte di unità e determinazione a difendere non solo i propri spazi di azione, ma la stessa idea di Europa fondata sulla partecipazione, la trasparenza e i diritti per tutti.

Scarica l’appello

Le adesioni all’appello da parte delle OSC sono aperte fino al 30 aprile a questo LINK 


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