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Primo atto della nuova legge, istituito il Consiglio nazionale per la Cooperazione

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di alcuni giorni fa (n. 286 del 10 dicembre 2014) il decreto del MAECI che istituisce il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, previsto dall’articolo 16 della legge n. 125/2014. Il Consiglio nazionale è il primo fra gli organi previsti dalla legge di riforma della cooperazione a essere istituito. Nello spirito della legge rappresenta lo strumento permanente di partecipazione, consultazione e proposta sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie e sulla programmazione, nonché sulle forme di intervento, la loro efficacia e valutazione. Il decreto delinea la composizione del Consiglio, le nomine vere e proprie seguiranno nelle prossime settimane. Si tratta di circa 50 rappresentanti individuati tra quelli che la nuova legge definisce gli attori del sistema italiano della cooperazione. Vediamo nel dettaglio chi ne farà parte

 

a) Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
b) Il Vice Ministro della cooperazione allo sviluppo
c) Il Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
d) Il Direttore generale dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo;
e) un rappresentante designato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
f) un rappresentante designato da ciascuno dei seguenti Ministeri: dell’interno; della difesa; dell’economia e delle finanze; dello sviluppo economico; delle politiche agricole, alimentari e forestali; dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; dell’istruzione, dell’università e della ricerca; dei beni e delle attività culturali e del turismo; della salute;
g) tre rappresentanti delle regioni italiane e delle province autonome di Trento e Bolzano, designati dalla Conferenza Stato-Regioni;
h) un rappresentante designato dall’Associazione Nazionale dei Comuni italiani;
i) un rappresentante designato dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane;
l) un rappresentante designato dalla Cassa Depositi e Prestiti SpA;
m) un rappresentante designato dall’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane;
n) otto rappresentanti concordemente designati dalle associazioni maggiormente rappresentative delle organizzazioni non governative nella cooperazione allo sviluppo;
o) dodici rappresentanti delle organizzazioni della Società Civile e degli altri soggetti senza finalità di lucro di cui all’art. 26 della legge, attivi nella cooperazione allo sviluppo, scelti in ragione della pluriennale e riconosciuta esperienza;
p) sei rappresentanti dei soggetti aventi finalità di lucro, di cui all’art. 27 della legge, scelti in ragione della loro rappresentatività ed esperienza;
q) fino a tre rappresentanti di altri soggetti attivi nella cooperazione allo sviluppo.

 

Se volessimo pesare le diverse rappresentanze per la loro natura e mission potremmo raggrupparle come segue:

 

Governo: 15
Altri attori statali: 7
Attori non statali senza finalità di lucro: 20
Attori non statali con finalità di lucro: 6

 

Ulteriori tre posti senza una categoria specifica sono assegnabili (punto q)

 

I componenti relativi alle lettere o), p) e q) sono nominati per un triennio con decreto del Ministro. Il Ministro può in ogni momento con proprio decreto revocare la nomina di uno o più componenti. Saranno nominati sulla base della loro rappresentatività ed esperienza.

 

Dei 20 rappresentanti della società civile, gli 8 in rappresentanza delle ONG (punto n) dovranno essere concordemente designati dalle associazioni maggiormente rappresentative (quali? Aoi, Cini, Link?).
I restanti 12 che rappresenterebbero altri soggetti non profit saranno invece identificati dal MAECI in ragione della pluriennale e riconosciuta esperienza.

 

Tra queste due categorie ultime sfugge effettivamente la differenza. Saranno 8 i rappresentanti delle ONG, quelle che oggi hanno l’idoneità del Ministero? Oppure saranno 8 rappresentanti delle associazioni e reti di ONG?
Gli altri 12 membri scelti dal MAECI potranno essere anche rappresentanti di ONG? O parliamo di enti di altra natura?

 

Qualcuno vuole azzardare delle ipotesi?

 


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  1. Nomineranno i soliti…
    AVSI
    Lega Cooperative
    Sant’Egidio
    CUAMM

    Aziende….ENI, ENEL, Ferrero, Barilla e company

  2. mi auguro che siano VOLONTARI a costo zero. Sarebbe inaccettabile venisse dato a loro uno stipendio. saluti giorgio ( vengo io gratis)

  3. Comincia la festa del Grande Magna-Magna in nome e per conto degli impoveriti del pianeta. Erano in tanti gli illusi (io tra questi) che pensavano che la nuova Legge sulla Cooperazione dovesse puntare a lanciare un messaggio chiaro e preciso alle ong italiane, cioè, DARSI DA FARE PER RENDERSI INUTILI. E, invece, queste benedette Ong sono piuttosto interessate a far si che gli impoveriti continuino ad esistere. Anzi, meglio ancora se aumentano sempre di più e dapperttutto. Altrimenti, come si potrebbe giustificare il fiorire spettacolare di tante Ong in questo Paese? E a questo lo chiamano “Cooperazione allo Sviluppo” … Mah!

  4. Il consiglio nazionale è previsto dalla nuova legge sulla cooperazione per realizzare il sistema di concertazione nazionale e aumentare l’efficacia e l’efficienza degli interventi, anche in considerazione del fatto che i fondi pubblici nella cooperazione italiana sono una quota piuttosto esigua dell’intero ammontare di quelli impiegati dall’insieme dei soggetti. Il CN è volontariato puro, senza oneri per lo stato come prevede la legge, ma non per questo deve essere ridotto ad una semplice “consulta” del MAECI.
    Leggendo il testo del decreto mi domando come possa svolgere bene i compiti che la legge gli assegna:”strumento permanente di partecipazione, consultazione e proposta… per esprimere pareri… sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie, sulle linee di indirizzo, sulla programmazione, sulle forme di intervento, sulla loro efficacia, sulla valutazione. Vedremo
    Giancarlo Malavolti

  5. Leggendo i commenti noto, con sorpresa, che qualcuno ancora crede che la cooperazione allo sviluppo serva per promuovere appunto … lo sviluppo! Da quanti decenni si buttano via soldi, pochi o tanti che siano, o si guadagnano (a seconda dell’angolatura da cui si valuta il fenomeno), in nome di questo assunto?
    La cooperazione internazionale serve solo ad impoverire ulteriormente i popoli che predente di sostenere, rendendo miserabile anche la loro mentalità. Al contempo serve per pagare lo stipendio migliaia di persone occidentali che senza questo settore sarebbero probabilmente a vendere cocco sulle spiagge.
    Per carità … è senz’altro positivo che un settore di lavoro non venga distrutto, ma per cortesia smettiamola con le illusioni e cominciamo a chiamare le cose con il suo vero nome!

    1. Credo sia una simplificazione eccessiva. I processi di sviluppo di un paese sono interdipendenti dagli altri e facilitarli ha un’effetto anche di ritorno per il Paese donatore (in termini diplomatici, economici, nel flusso d’immigrazione etc). Ci sono migliaia di professionisti Italiani che si sacrificano per vivere in contesti di grande difficoltà al fine di realizzare progetti essenziali sull’elettrificazione, le risorse idriche etc., in aree di forte disagio.
      Parliamo d’ingegneri, medici e professionisti che guadagnano in media 2000 euro al mese, mica miliardari. Il popolo Italiano ha una componente di solidarietà da non ignorare e fa Cooperazione con le sue innumerevoli ONG. E’ facile sminuire un settore di complessità come la Cooperazione in un momento di crisi. Nel frattempo l’agenzia di sviluppo Tedesca impiega oltre 16,000 persone, mentre la nuova agenzia Italiana disporrà di ca. 300 persone.
      Sono d’accordo che sia necessario creare una cultura di valutazione dell’impatto per garantire efficacia sui costi, valorizzando la professionalità a scapito del gap dirigenza/esecuzione, ma concludere che la solidarietà di moltissimi cooperanti impoverisca i popoli la trovo un’affermazione poco analitica.

  6. Da quanto si legge, gli 8 saranno designati dalle ONG attualmente riconosciute idonee dal MAECI; mentre gli altri 12 saranno designati tra tutte le altre categorie elencate all’articolo 26: le ONLUS, le Organizzazioni di Commercio Equo e solidale, le Associazioni di immigrati, le Cooperative e le organizzazioni con statuto consultivo all’ECOSOC.

    Concludo ribadendo che la partecipazione è gratuita e volontaria, e che il comitato nel suo complesso dovrebbe avere costo 0 per lo stato.

  7. scusate qualcuno sa dirmi l’art.28 della legge 125/14 (quello che parla di aspettative in pubbliche amministrazioni) è già applicabile? o se bisogna attendere la costituzione dell’agenzia, la revisione del CCNL, ecc ecc. Inoltre il contratto con una ONG straniera di un Paese dell’UE è contemplabile?…l’unico appiglio in tal senso lo trovo al comma 4 del medesimo articolo si parla genericamente di “altri governi”… Se qualcuno ha qualche info a riguardo lo/la ringrazio.

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