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UPP – Capo Progetto Advocacy su Islamofobia – Italia

UPP – Un Ponte Per sta selezionando un/a Capo Progetto Advocacy su Islamofobia da inserire nella sua operatività in Italia. Durata 8 mesi. Scadenza candidature 22/02/2020

Capo Progetto Advocacy su Islamofobia – Italia

22 Febbraio 2020

Luogo di lavoro: Roma con missioni in altre località italiane e occasionali in Europa

Disponibilità: part time 50%

Tipologia di contratto: Contratto di collaborazione continuativa (Co.Co.Co.) secondo gli accordi sindacali con le associazioni rappresentative della categoria siglato il 9 Aprile 2018.

Durata: 1 marzo- 31 ottobre 2020 (previsti 3 mesi di prova alle stesse condizioni del co.co.co definitivo)

Inizio incarico: ASAP e non oltre il 5 marzo 2020

CONTESTO

Un Ponte Per opera in Medio Oriente da quasi 30 anni e dal 2011 l’associazione è impegnata nella risposta alla recenti crisi che nuovi conflitti hanno provocato nell’area, attraverso azioni di risposta all’emergenza e programmi di medio periodo focalizzati su peacebuilding, coesione sociale e rafforzamento della società civile. Negli ultimi anni l’associazione ha avviato in Italia ed Europa azioni di solidarietà e sostegno a favore della diversità culturale, dell’accoglienza, della non discriminazione ed è impegnata nel contrastare la crescente narrativa xenofoba.  Un Ponte Per sposa standard di condotta ispirati dalle sue policy su Anti-Corruzione, Anti-Frode, Anti-Terrorismo, Whistleblowing, Prevenzione dell’abuso e dello sfruttamento sessuale (PSEA) e Accountability (Complaint Policy).

Ogni candidato/a dovrà avere un profilo professionale e personale aderente agli standard richiesti in questi termini.

PRINCIPALI FUNZIONI

  • Partecipare alle riunioni di coordinamento del progetto tra i partner e coordinarne le attività in prima persona nella loro attuazione e provvedere al loro monitoraggio;
  • Gestire il progetto nell’attuazione delle attività e nel piano finanziario secondo i tempi ed i termini previsti senza ritardi ingiustificati e non segnalati;
  • Elaborare i rapporti narrativi e finanziari previsti oltre che i prodotti intellettuali previsti nel progetto per le varie attività, strettamente nei termini previsti con la capofila;
  • Garantire una buona comunicazione tra tutti gli attori coinvolti: partner, partecipanti, staff, volontari/e.
  • Garantire un’adeguata visibilità esterna delle attività del progetto coordinando il lavoro con il capofila ed i partner e con l’ufficio Comunicazione di Un Ponte Per.
  • Provvedere al sostegno del programma per la sua parte di co-finanziamento;
  • Sviluppare nuove proposte per il Programma Italia/Europa di Un Ponte Per.

REQUISITI RICHIESTI

  • Evidente profilo di advocacy per l’Italia e l’Europa nel settore considerato (non-discriminazione per ragioni di credo religioso, provenienza etnica e culturale, libertà di espressione e di culto), comprovato attraverso esperienze pregresse, sia salariate che non;
  • Ottimo (Fluent) livello di inglese parlato e scritto;
  • Forte motivazione e interesse a lavorare sul tema dell’islamofobia e della prevenzione della discriminazione e dei discorsi d’odio, comprovata da esperienze professionali e/o di volontariato;
  • Esperienza lavorativa pregressa di almeno due anni come project manager in progetti finanziati dalla Commissione Europea;
  • Conoscenza approfondita della materia della non-discriminazione;
  • Ottima capacità di lavorare in maniera autonoma, elaborare proposte e intraprendere nuove azioni;
  • Capacità di lavoro in gruppo e in contesto multiculturale;
  • Disponibilità ad impegnarsi nel ruolo per tutto il periodo richiesto.

COME CANDIDARSI: Per candidarsi inviare il curriculum, una lettera di motivazione a vacancy@unponteper.it e tre referenze, entro e non oltre il 22 febbraio 2020. Si segnala che durante la selezione saranno svolti dei test scritti e delle verifiche approfondite sulle esperienze pregresse.


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  1. Difficile scelta fra l’Islamofophia e il diritto di criticare l’Islam senza essere targato di fascista.
    Possiamo accogliere un’ideologia come l’Islam che discrimina le donne e i non musulmani?
    Per chè non accogliere piuttosto le donne, atei, yazidi, cristiani, alevi, bahai, LGTB ed altri che rischiano la prigione oppure la morte in paesi musulmani?

  2. Cara Anna, come dire che ci sono ingiustizie di seria A e di serie B e non ingiustizie e basta? Come dire che l’islam è una realtà monolitica e identificabile con il solo fondamentalismo? Questo tipo di pensiero rende ancor più evidente come siano necessari progetti come questi che facciano un pò di chiarezza e distinzione affinché si possa aprezzare il carattere composito della realtà e il carattere assoluto dell’ingiustizia che è tale in virtù di un sentire umanistico (inteso come identità di valori di una cultura ispirata all’umanesimo) e non soggettivo/individuale. Un caro saluto Anna sperando che la sua sensibilità per gli alevi, i bahai e le persone LGBT si apra a tutte le ingiustizie; ivi inclusa la islamofobia e il razzismo in generale che purtroppo nel nostro paese sono realtà sempre meno sporadiche e un sentire sempre più diffuso a livello sociale.

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