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Un click day notturno per combattere la povertà educativa

Negli Stati Uniti esiste già da un po’ una nuova professione del mondo digitale, quella dei cosiddetti “cliccatori”. Il loro lavoro consiste nello stare davanti ad una tastiera per giornate intere e cliccare velocissimamente per accedere a finanziamenti o vincere concorsi a premi. Nessuno avrebbe mai pensato che questa figura professionale potesse essere indispensabile per accedere a contributi governativi per il contrasto alla povertà educativa e alle disuguaglianze socio-economiche fra bambini e ragazzi messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il bando Educare Insieme.

Quello che doveva essere un bando pubblico per la selezione delle migliori proposte sperimentali e innovative per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza con un budget di 10 milioni da assegnare si è trasformato in un click day notturno che ha visto bruciare la dotazione finanziaria disponibile in meno di un minuto. In epoca di confinamento e relativo smart working è stato più facile sfruttare la disponibilità degli operatori a lavorare fuori orario in maniera sempre più flessibile. È quello che è capitato in decine di associazioni, APS e cooperative che hanno messo davanti al computer i loro dipendenti per cliccare il più velocemente possibile allo scoccare della mezzanotte.

È così che 110 progetti sono stati inviati via PEC al Dipartimento per le politiche della famiglia nei primi 60 secondi dopo la mezzanotte del 29 gennaio scorso. Di questi 64 sono stati già valutati come ammissibili e quindi finanziati impegnando praticamente tutta la dotazione finanziaria disponibile. E dire che l’avviso pubblico indicava la possibilità di inviare le proposte progettuali a partire dal 29 gennaio 2021 e fino al 30 aprile 2021.  Le proposte risultate ricevibili e ammissibili sarebbero state poi valutate, ed eventualmente ammesse al finanziamento, in base all’ordine cronologico di presentazione secondo la procedura a sportello.

Una procedura a sportello che in realtà si è trasformata in una click night perché l’apertura della tempistica di ricevimento è stata fissata a partire dalle ore 00.00 (orario che viene precisato all’interno di una FAQ e non nel testo dell’avviso pubblico). Un orario insolito per l’invio di proposte progettuali, magari più consono per richiedere un bonus bici o un coupon sconto ma decisamente inadeguato a questo tipo di procedura.

Neanche gli ormai celebri click day dell’Inail o quello per l’assegnazione delle risorse di “Impresa Sicura”, giornata attesissima da migliaia di aziende per presentare progetti, si sono mai tenuti in fascia notturna nonostante si siano assegnati centinaia di milioni di euro in pochi secondi. Nel caso di Impresa Sicura, delle 194.175 imprese partecipanti, solo 3.150 sono state ammesse alla ricezione dei fondi. Dopo un solo secondo, i 50 milioni disponibili sono stati esauriti, mentre il primo assegnatario risulta aver completato la procedura in appena 0,000237 secondi dal momento dell’apertura del portale.

A tutti è chiaro quale sia l’unico motivo per ricorrere a questo tipo di procedura: ridurre al minimo l’impegno della pubblica amministrazione che dovrà verificherà un numero esiguo di domande rispetto all’insieme dei richiedenti. Altrettanto chiara è l’iniquità di fondo determinata da questa metodologia. Diversi i fattori discriminatori, da quello relativo all’orario (fascia non lavorativa), a quello tecnologico legato alla disponibilità/velocità della connessione a internet e del servizio di posta elettronica certificata.

Un esito, quello del bando Educare Insieme, che dovrebbe far riflettere l’ente erogatore che già l’anno scorso si era trovato davanti a una situazione paradossale con il bando “EduCare”. Quell’avviso per l’erogazione di 35 milioni, pubblicato il 10 giugno 2020 con una modalità di presentazione molto articolata in termini di numero dei format e quantità di dati da fornire, aveva ricevuto dopo soli due giorni ben 9 proposte progettuali, tutte successivamente ammesse al finanziamento, per un totale di 1,33 milioni di euro. Una rapidità fuori dal comune che potrebbe far sorgere dei dubbi sulla qualità delle progettazioni approvate o sulle modalità di pubblicizzazione degli avvisi stessi.

Sarebbe buono se qualcuno si prendesse la briga di sollevare dubbi sulla legittimità di questo tipo di avvisi, così come hanno fatto qualche centinaio di aziende nel 2013, e nel 2015 per una procedura messa in campo dall’Agenzia delle Entrate. In quel caso la Corte di Cassazione dopo aver invalidato il procedimento aveva sollevato il dubbio di legittimità costituzionale per la procedura del click day e rimesso gli atti alla Corte Costituzionale dichiarando la questione come rilevante e non manifestamente infondata, in relazione all’art. 3 della Costituzione.

Scarica gli elenchi delle proposte valutate

Prima parte

Seconda parte

Terza parte


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