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La centralità degli obiettivi intermedi nel Result Based Management

Capire la differenza concettuale e di natura profonda tra Obiettivo Specifico (Outcome), Obiettivi Intermedi (Intermediate Outcomes) e Output è una delle basi necessarie per lavorare efficacemente nella Progettazione, nel Monitoraggio o nella Valutazione di iniziative impostate con un approccio di Result Based Management – RBM.

Per giungere a tale comprensione è necessario procedere ad uno “spacchettamento concettuale” del terzo livello della Result Chain del quadro logico, quel livello nebuloso, confuso e polivalente che un tempo si etichettava come la casella dei “Risultati Attesi” nella quale, quasi tutti i manuali, suggerivano di inserire i prodotti e/o servizi collegati in modo causale all’Obiettivo Specifico. Oggi, ostinarsi a qualificare questo terzo livello come “Risultati” non fa altro che perpetrare la nebulosità comunicativa laddove la Catena dei Risultati, da qualche anno, definisce “Risultato” ogni sua maglia.

Il punto di partenza è la distinzione tra i prodotti (Output) che possiamo definire “strumenti”, dai servizi (Obiettivi Intermedi) che possiamo definire “servizi in termini di benefici”. In altre parole proviamo a tener ben distinti il concetto di volantino (strumento) dal concetto di essere informato (servizio – beneficio reso dallo strumento). Essendo cose tra loro assai diverse appare logico considerarle separatamente e dotarle, di conseguenza, di indicatori di diversa natura.

Alcuni autori etichettano gli Obiettivi intermedi come “Obiettivi Strategici” o “Obiettivi Operativi” e si tratta dei benefici strumentali al raggiungimento dell’Obiettivo Specifico. Sono gli obiettivi che descrivono la strategia scelta dal progetto, per questo sono ritenuti da chi scrive gli obiettivi più importanti nella descrizione di una iniziativa, che in nessun caso dovrebbero mancare, perché senza di essi mancherebbe chiarezza sulle milestone strategiche scelte ed il progetto risulterebbe molto meno valutabile. Chi ha dimestichezza con l’albero degli obiettivi o con la ToC sa bene di cosa stiamo parlando.

Per la loro natura di obiettivi espressi in termini di servizi resi, essi si trovano sotto la diretta responsabilità del progetto che può esercitare su di essi una certa forma di controllo, controllo parziale, non totale, ma sempre controllo. Sono benefici strumentali al successo, ma non costituiscono ancora il successo, sono necessari a questo, ma non sono, mai sufficienti. Il progetto se ne assume la responsabilità diretta di fronte ai donatori e a tutti gli stakeholder, ma quel che conterà alla fine non sarà il loro raggiungimento, ma il contenuto della scommessa.

Con un esempio concreto potremmo dire che se l’Obiettivo Specifico di un progetto è quello di ridurre la propagazione di una malattia sessualmente trasmissibile tra i giovani, uno degli Obiettivi Intermedi potrebbe essere “aumentare le conoscenze, da parte degli studenti di una o più scuole riguardo i comportamenti a rischio”. La conoscenza è il servizio, su cui il progetto ha un controllo parziale, e di cui ha responsabilità diretta e che dovrebbe contrattualmente garantire e monitorare per ottemperare all’impegno con il donatore e con gli stakeholder. Le risorse andranno spese per realizzare i Prodotti (Output) informativi, (tangibili o intangibili come ad esempio dei volantini e delle conferenze) necessari a fornire questo servizio. Ciò che davvero conta non è solo il fatto che i destinatari dei volantini siano a conoscenza (condizione) delle informazioni in essi contenute, ma che tale conoscenza modifichi i loro comportamenti (scommessa) e, di conseguenza, non si propaghi la malattia (Obiettivo Specifico). La conoscenza è necessaria ma non sufficiente per avere successo.

In quest’ottica il Monitoraggio deve prevedere indicatori non solo per gli Output, ma soprattutto per gli Obiettivi Intermedi e, di conseguenza, verificare, non solo quanti volantini siano stati distribuiti, ma se la conoscenza è o non è acquisita, perché è della “Conoscenza Aumentata” che il progetto è direttamente responsabile (oltre che delle Attività e degli Output). Non così del fatto che gli studenti decidano o meno di modificare i loro comportamenti nell’intimità coi partner, fatto su cui la responsabilità è solo indiretta mancando di controllo. Se l’Outcome verrà raggiunto dipenderà allora dalle scelte soggettive e non controllabili dei beneficiari che però, per merito del progetto, avranno acquisito informazioni e conoscenze che prima non avevano. Se l’Obiettivo Specifico non verrà raggiunto il progetto avrà fallito, ma non sarà legalmente responsabile in quanto avrà ottemperato agli obblighi contrattuali e ai termini della scommessa fatta insieme al donor. Un po’ come quei medici che avendo seguito scrupolosamente e correttamente un protocollo di trattamento di un certo tipo di cancro (protocollo su cui hanno il controllo) scoprono che il paziente è morto. È ovvio che la scommessa è stata persa, ma non saranno chiamati in giudizio a risponderne, avendo ottemperato al meglio a tutti i loro obblighi nei confronti di beneficiari, strutture sanitarie e collettività.

Articolo di Andrea Stroppiana – autore del libro “Monitoraggio e Valutazione di Azioni per il Cambiamento” edito da Franco Angeli.


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