ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Vuoi ricevere ogni giorno i bandi e le news?

Un nuovo rapporto documenta la tratta di migranti dalla Tunisia alla Libia

State Traffiking, “Tratta di Stato”, è il titolo del rapporto presentato alcune settimane fa al Parlamento Europeo che racconta delle violazioni dei diritti umani dei migranti in provenienza dall’Africa sub-sahariana mentre vengono espulsi dalla Tunisia e venduti ai trafficanti della Libia. Un’ennesima conferma che gestione delle frontiere europee, sempre più delegata a paesi terzi attraverso accordi di cooperazione dietro la promessa di contenere i flussi migratori, hanno spesso alimentato violazioni sistematiche dei diritti umani. Il report, realizzato da un gruppo di ricercatori RRX in collaborazione con le associazioni Asgi, Border Forensic e On Border, documenta con testimonianze dirette e analisi approfondite il ciclo di espulsioni forzate dalla Tunisia alla Libia, mettendo in evidenza il ruolo della polizia e dell’esercito tunisino nella vendita di esseri umani ai gruppi armati libici.

Un ciclo di violenza sostenuto da accordi internazionali

Dall’estate del 2023, in seguito agli accordi tra UE e Tunisia per il controllo dell’immigrazione, il regime di Kais Saied ha avviato una politica di espulsioni di massa, spesso senza alcuna base legale. Oltre 100.000 persone sono state bloccate nel 2023 e 2024 lungo la rotta del Mediterraneo centrale, di cui l’80% provenienti dall’Africa subsahariana. Una parte di loro è stata deportata verso la Libia, dove sono finite nelle mani delle milizie locali. Il report evidenzia come le operazioni di respingimento avvengano secondo una precisa catena logistica, articolata in cinque fasi:

  • Arresti arbitrari in mare o a terra, basati su profiling razziale.
  • Trasporto forzato con autobus verso la frontiera libica.
  • Detenzione nei campi alla frontiera, senza accesso a cibo, acqua o cure mediche.
  • Passaggio e vendita ai corpi armati libici, attraverso transazioni economiche tra militari tunisini e trafficanti.
  • Detenzione nelle prigioni libiche, dove i migranti vengono sottoposti a torture, stupri e richieste di riscatto.

Le testimonianze raccolte: violenze, sequestri e vendita di esseri umani

Il report si basa su 30 testimonianze dirette di persone espulse dalla Tunisia verso la Libia tra giugno 2023 e novembre 2024. I racconti degli intervistati descrivono una realtà agghiacciante di abusi sistematici.

  • WI, 25 anni, Camerun, arrestato tra gli uliveti di Sousse, racconta: “Ci hanno ammassati in un autobus e portati nel deserto. Ci hanno detto di camminare. Poi siamo stati presi dai libici. Ho visto con i miei occhi il denaro passare di mano tra i tunisini e i miliziani”
  • MH, Guinea, detenuto nel campo di Al Assah, testimonia: “Ho lavorato per due mesi e due settimane in un campo libico. Ho visto gruppi interi di prigionieri arrivare dalla Tunisia, tutti venduti come me”
  • JO, Camerun, espulso da Sfax, mostra un’immagine della polizia libica: “Questi sono quelli che ci hanno comprato. Io li ho visti quando ci hanno portati nelle prigioni. Ci trattavano come merce”

Le operazioni di vendita si svolgono in due principali luoghi lungo la frontiera tra Tunisia e Libia. I prigionieri vengono scambiati con denaro, hashish o carburante. I prezzi di vendita variano dai 40 ai 300 dinari tunisini (12-90 euro) per persona, in base al valore del riscatto che possono generare. La composizione dei gruppi di prigionieri è mista: uomini, donne, coppie, donne incinte, bambini e minori. Le donne hanno un valore di mercato più alto, perché spesso destinate a sfruttamento sessuale.

Crimini di Stato e complicità dell’Unione Europea

Le testimonianze raccolte confermano una realtà che viola le più fondamentali convenzioni internazionali. Tra i crimini documentati:

  • Respingimenti collettivi vietati dalla Convenzione di Ginevra.
  • Detenzione arbitraria, senza alcun procedimento legale.
  • Torture e trattamenti inumani, in violazione della Convenzione ONU contro la tortura.
  • Riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani, configurabili come crimini contro l’umanità​.

Il report evidenzia la complicità dell’UE in questa catena di abusi. Il finanziamento europeo alla Tunisia per la gestione delle frontiere ha reso possibile l’istituzionalizzazione di queste pratiche. Le politiche di esternalizzazione hanno trasformato la Tunisia in un partner strategico per il controllo migratorio europeo, ignorando deliberatamente le conseguenze umanitarie.

Scarica il rapporto


Leggi anche






Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *