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A Siviglia senza gli USA: il mondo discute il futuro dello sviluppo globale

A preso il via oggi a Siviglia la IV Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo, organizzata dalle Nazioni Unite con l’ambizione di rilanciare la cooperazione internazionale in un momento particolarmente critico per il settore. In assenza significativa degli Stati Uniti, che si sono ritirati formalmente dai negoziati, il vertice rappresenta sia una sfida diplomatica che un’occasione politica per riaffermare l’importanza del multilateralismo nella lotta alla povertà, al cambiamento climatico e alle disuguaglianze globali.

Alla conferenza partecipano oltre 70 leader mondiali, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Kenya William Ruto, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres. Assente invece il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, trattenuto da questioni interne.

Oltre 12.000 partecipanti, tra rappresentanti istituzionali, organizzazioni internazionali, società civile e settore privato, si riuniscono a Siviglia per affrontare uno dei temi più urgenti dell’Agenda 2030: il finanziamento dello sviluppo sostenibile. La cornice è quella del Palacio de Exposiciones y Congresos, con una cerimonia di apertura solenne guidata da Guterres, dal premier spagnolo Pedro Sánchez e da re Felipe VI.

Gli obiettivi: mobilitare risorse, rilanciare il multilateralismo

Il vertice si svolge in un contesto segnato da tagli drammatici all’aiuto pubblico allo sviluppo. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, il divario nei finanziamenti per l’Agenda 2030 supera i 4.000 miliardi di dollari annui. In particolare, l’abbandono dell’agenzia USAID da parte dell’amministrazione Trump e i tagli ai fondi per lo sviluppo da parte di Germania, Francia e Regno Unito – in favore di spese militari – hanno indebolito uno dei pilastri della cooperazione internazionale. L’Africa subsahariana, dove oltre 800 milioni di persone vivono con meno di 3 dollari al giorno, è tra le aree più colpite. Il vertice di Siviglia, il primo di questo tipo a svolgersi in Europa, intende rilanciare l’impegno multilaterale e discutere nuovi strumenti di finanziamento più flessibili, innovativi e accessibili ai Paesi in via di sviluppo.

L’Impegno di Siviglia: proposte concrete contro il peso del debito

Elemento centrale della conferenza è la presentazione del documento politico “Impegno di Siviglia”, che propone una serie di misure per rafforzare il finanziamento allo sviluppo. Tra le principali:

  • maggiore flessibilità fiscale per i Paesi più poveri;
  • sviluppo di piattaforme di partenariato pubblico-privato;
  • sospensione del debito in caso di catastrofi naturali o crisi alimentari;
  • aumento dei fondi destinati alle donne e alla parità di genere;
  • adozione dello 0,7% del PIL come soglia minima per gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS);
  • riforma della tassazione internazionale verso sistemi più equi.

Secondo le fonti governative spagnole, il documento rappresenta un passo avanti anche se gli effetti concreti dipenderanno dalla volontà politica dei singoli Stati.

Il peso simbolico dell’assenza USA

L’assenza ufficiale degli Stati Uniti – annunciata una settimana prima dell’inizio del vertice – è il segnale più chiaro delle attuali tensioni sul piano multilaterale. Tra i motivi del ritiro americano: disaccordi su alcuni passaggi chiave del documento finale, tra cui il sostegno alla parità di genere, il trasferimento di tecnologia, la gestione del debito e il ruolo delle Nazioni Unite nel commercio internazionale. L’assenza è maturata nel contesto di uno scontro diplomatico tra il presidente Trump e il premier Sánchez, relativo ai contributi spagnoli alla NATO. Ma per molti osservatori, si tratta di un episodio che conferma il disimpegno americano dai forum multilaterali, con ripercussioni dirette sulla coesione globale della cooperazione internazionale.


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