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Cosa cambia nel nuovo Quadro Logico di EuropeAid

Dal 15 luglio 2015 è in vigore una nuova versione del Prag di EuropeAid, il documento che stabilisce le procedure per le azioni co-finanziate dall’UE in tutto il mondo. Il cambiamento più rilevante per gli operatori delle ONG che tutti i giorni lavorano sulla progettazione è il nuovo modello di quadro logico, che viene già richiesto in alcune call attualmente aperte. IL nuovo QL rende ancora più indispensabile che i progetti si basino su dati rilevati con baseline survey tanto che vengono richiesti valori sui beneficiari disaggregati per sesso già in fase di presentazione. I cambiamenti nella prima colonna “logica dell’ intervento” potrebbe però generare qualche confusione. 

 

Il QL si apre alla possibilità di inserire più di un obiettivo specifico, chiamandoli anche “risultati” (outcomes). Seguono gli “outputs” che sostituiscono la vecchia riga degli “expected results” e infine le “attività”. Questa scelta sembrerebbe in contraddizione con quanto descritto nel Cycle Management Manual della stessa UE, ma sembra comunque in linea con quanto adottato da altre agenzie (ad esempio, USAID, DFID e DSC) che utilizzano già lo schema inputs –> activities –> outputs –> outcomes –> impact.
La colonna “indicatori” fa riferimento solo a “outcomes” e “outputs”.

 

Il nuovo format contiene, sotto la griglia, una legenda delle definizioni che spiega nel dettaglio cosa si intenda per Impact, Outcome, Output, Indicator, Baseline, Target e Logical framework matrix.

 

Scarica il nuovo Quadro Logico UE

 


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  1. Come al solito la mediocrità e l’approssimazione la fanno da padroni, come nei documenti anteriori così farciti di contraddizioni macroscopiche… come se fosse impossibile nei doc europei usare un po di rigore, di precisione di serietà semantica e concettuale….
    Nelle ipotesi si sono sbagliati a copiare il livello delle attività che è uguale al livello sovrastante degli outputs….(si doveva mettere….. “activity-ouputs linkage” e non “output-outcome linkage”….) svistona che non ci si potrebbe permettere così allegramente di fare in documenti ufficiali no? (se me lo facesse un collaboratore della ONG proporrei di cacciarlo il giorno dopo senza preavviso, se lo fa l’UE va tutto bene e si chiude un occhio… poverini erano stanchi quando hanno diffuso il template… di sicuro avevano lavorato tanto….)
    Scompare il termine Results. E’ un bene perché portava confusione, ma non è un bene farlo così in sordina;
    Gli outcomes sono definiti in modo leggermente ambiguo, ma migliore di altre definizioni del passato, si parla di cambiamenti comportamentali.. ma l’aumento dell’occupazione giovanile o la riduzione della prevalenza dell’HIV, o l’aumento dei raccolti di mais sono combaimenti comportamentali? No, ovviamente… allora non sono OUTCOMES????? . Poi anche alcuni obiettivi generali sono cambiamenti comportamentali di medium term… Ma poi cosa significa Medium term???? tra gli outputs si parla di servizi… bella parola ma cosa si intende? La competenza. l’informazione, la consapevolezza sono o non sono servizi? Quindi i vecchi Risultati restano Outputs??? Ma sono anche outcomes dice il trafiletto di info cooperazione all’inizio del secondo paragrafo… Regola n° 1: “la confusione DEVE regnare sovrana”….
    Già il Gattopardo diceva: “cambiare tutto perchè non cambi nulla” ricordate? Lasciare tutto nel caos, nel’indecisione, e nel pressapochismo affinchè tutti abbiano sempre ragione e tutti torto allo stesso tempo.

    Bella la riflessione sulla baseline… è l’unico elemento di valore aggiunto che ci vedo anche se non tutti gli indicatori possono avere una baseline (immaginate un indicatore di risultato: “70% dei corsisti passa il test di capacità acquisita a fine corso” Non puoi mettere una baseline in fase di progettazione non avrebbe senso nè lo fai in itinere nella colonna successiva….

    P:S: le precondizioni scompaiono ma probabilmente il burocrate che ha fatto questi cambiamenti non si era mai accorto che ci fossero….

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