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Coro unanime contro il Migration Compact in salsa UE, e non solo delle ONG

Si chiama “New Migration Partnership Framework” la recente Comunicazione della Commissione Europea che sarà discussa durante la riunione del Consiglio Europeo in programma per domani a Bruxelles. Il tema migrazioni sarebbe dovuto essere al centro di questo Consiglio che, alla luce del Brexit, rischia di spostare la sua attenzione sulle modalità di uscita della Gran Bretagna dall’Unione. L’approccio proposto dalla Commissione in questo nuovo Partnership Framework si ispira all’accordo anti migrazione UE-Turchia che, seppur pubblicizzato come un esempio riuscito di cooperazione, è costato sei miliardi di euro ed ha effettivamente lasciato migliaia di persone bloccate in Grecia in condizioni disumane e degradanti.

 

Le prime a insorgere sono le ONG che già da mesi sono preoccupate per la deriva “securitaria” che le politiche UE per lo sviluppo potrebbero prendere a seguito della cosiddetta emergenza migrazioni. Dopo gli appelli più disparati è arrivato oggi uno statement comune di oltre cento reti di ONG a livello europeo che sottolinea le importanti criticità della proposta dell’UE.
I punti deboli individuati dal settore non governativo sono principalmente legati alla presunta esternalizzazione del controllo delle migrazioni che la UE vorrebbe mettere in atto, alla mancanza di volontà politica per un quadro giuridico che fornisca opzioni regolari per la mobilità e al principio di condizionalità degli aiuti.

 

Queste ed altre criticità sono state esplicitate nelle ultime settimane dalle ONG italiane attraverso le reti di Concord Italia e Link 2007 che si sono rivolte in particolare al premier Renzi e al VM Mario Giro, entrambi impegnati nel supportare la proposta italiana del Migration Compact che inizialmente era stata ben accolta anche dalla società civile.

 

Secondo Concord Italia “l’esternalizzazione del controllo dei flussi attraverso la cooperazione con regimi repressivi, come il Sudan e l’Eritrea, o con paesi in conflitto come Libia ed Iraq (cause delle migrazioni e non soluzioni), mina alle fondamenta la credibilità stessa dell’Unione Europea, riducendo la sua capacità di spingere altri Paesi ad accettare e proteggere i rifugiati senza condizioni annesse. Inoltre, legare la “buona condotta” dei Paesi africani in tema di controllo delle migrazioni a un sistema di incentivi economici positivi e negativi, di fatto strumentalizza la cooperazione allo sviluppo, condizionando la disponibilità dell’Unione a concedere aiuti solo a chi sostiene il suo bisogno di affrontare l’immigrazione irregolare: una scelta in contrasto con il Trattato di Lisbona e gli impegni assunti dall’Ue a Parigi, a Busan e nell’Agenda 2030”.

 

Una strumentalizzazione che Link 2007 definisce una possibile “mutazione genetica” della cooperazione allo sviluppo. “Il riallineamento degli strumenti finanziari della cooperazione allo sviluppo verso le finalità del contenimento e controllo delle migrazioni, con una revisione a questo fine della programmazione 2014-2020 per il rimanente quinquennio, può comportare un mutamento genetico delle politiche di sviluppo dell’UE e dei rapporti di partenariato con i paesi terzi, riducendoli a un do ut des che subordina i processi di sviluppo e i partenariati politici agli immediati interessi europei”.

 

Questa sera inoltre è stato presentato alla Camera dei Deputati un dossier redatto da Arci sulle politiche di migrazione europee che denuncia ulteriormente esternalizzazione delle frontiere.

 

Ad essere critiche sulla proposta che domani sarà sul tavolo europeo non è solo la società civile. Il VM Mario Giro ha recentemente commentato in modo molto critico il testo della Commissione denunciando il progressivo allontanamento della proposta UE da quella italiana del Migration Compact. “Un testo lontano dalla proposta iniziale di Renzi, e che non farà altro che creare distanze e incomprensioni tra l’Africa e l’UE”, ha dichiarato il vice ministro, “condizionare gli aiuti dell’UE alla capacità di un governo africano di fermare i flussi migratori non funziona. Soprattutto quando i soldi messi a disposizione dell’UE non rispondono alle sue ambizioni.”

 
Leggi la lettera di Concord Italia a Renzi

Leggi il dossier di Link 2007

Leggi l’appello delle reti europee

 

 


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