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Pochi fondi e poca trasparenza, duro rapporto del parlamento UE sul Fondo fiduciario per l’Africa

Lanciato poco meno di una anno fa al vertice di La Valletta, il fondo fiduciario UE per l’Africa è ancora in gran parte finanziato con i soldi dell’aiuto europeo e non convince i membri del Parlamento Europeo, che mettono in guardia circa la deviazione dei fondi verso i regimi autoritari per arginare i flussi migratori. Concepito come una risposta alle sfide dello sviluppo nei paesi d’origine dei migranti – soprattutto nella regione del Sahel, Corno d’Africa e Nord Africa – il fondo previsto da 1,8 miliardi di euro vede mancare le risorse promesse dagli stati membri e rischia di non raggiungere i suoi obiettivi, così scrivono nero su bianco i parlamentari europei in un documento approvato a larga maggioranza alcune settimane fa.

 

Il relatore italiano Ignazio Corrao (M5S) elenca punto su punto i problemi registrati nell’implementazione del fondo a partire dalla carenza dei fondi stanziati. A metà 2016 solo 81 milioni di euro erano stati effettivamente versati dagli stati membri (4,5% della somma promessa), una cifra risibile per uno strumento che mirava proprio a mettere insieme i contributi diretti dei paesi europei con quelli comunitari.

 

Ma non è solo la carenza dei fondi a preoccupare il parlamento. La Commissione europea infatti ha dovuto mettere mano alle proprie risorse destinate all’aiuto allo sviluppo per capitalizzare questo nuovo strumento finanziario. I deputati ritengono che si tratti di una diversione di fondi pericolosa che impatterà negativamente su quei paesi africani che ricevono aiuti, ma non sono coinvolti dal fondo fiduciario.
A questo si aggiunge il taglio già confermato dallo scorso Consiglio UE dei fondi europei destinati alla cooperazione allo sviluppo per il 2017. Un 10% in meno di risorse che appaiono inspiegabili alla luce delle crescenti sfide che incrociano i temi dello sviluppo, delle migrazioni e dei conflitti in corso.

 

Un’altra preoccupazione espressa dai deputati europei è che questi fondi possano essere utilizzati per sostenere i governi responsabili di violazioni dei diritti umani nel continente africano. Secondo l’on. Marina Albiol Guzmán (GUE) questo denaro andrà a finire in Sudan, Eritrea, Somalia o Etiopia per far agire questi paesi come le guardie di frontiere dell’Europa invece di spenderli per scuole, acqua potabile o assistenza sanitaria. “Stiamo cercando di rafforzare i confini tra noi e i paesi poveri, quei paesi che sono devastati dalla guerra e dagli affetti delle dittature per servire i nostri scopi”, ha aggiunto.

 

Infine il capitolo trasparenza sul quale il rapporto bacchetta pesantemente l’operato della Commissione in questo primo anno di implementazione del fondo. Da un punto di vista politico i parlamentari mettono in dubbio che le risorse del fondo vengano davvero utilizzate per raggiungere gli obiettivi delle politiche UE di sviluppo, bollando come deplorevole il fatto che questo meccanismo di finanziamento non sia incentrato esclusivamente su obiettivi orientati allo sviluppo. Si sottolinea che una distinzione chiara, trasparente, e comunicabile deve essere effettuata nel quadro del Fondo fiduciario dell’UE tra le dotazioni finanziarie destinate alle attività di sviluppo, da un lato, e quelle destinate alle attività connesse alla gestione della migrazione, ai controlli alle frontiere e a tutte le altre attività, dall’altro

 

Non mancano le critiche anche sul fronte organizzativo e gestionale. Nel documento di esprime preoccupazione per la mancanza di coordinamento tra tutti gli attori coinvolti nella gestione del Fondo fiduciario dell’UE (e in particolare tra la direzione generale della Commissione per la cooperazione internazionale e lo sviluppo (DG DEVCO) e il suo dipartimento per l’aiuto umanitario e la protezione civile (ECHO)), e per la mancanza di chiare linee guida su come accedere ai fondi disponibili.
Il parlamento chiede da qui in avanti relazioni periodiche (almeno una volta ogni sei mesi) e sottolinea con forza la necessità di un monitoraggio dei risultati, una valutazione e un’assunzione di responsabilità in tutta trasparenza sull’andamento dei progetti finanziati dal Trust Fund.

 

Leggi la risoluzione approvata dal Parlamento UE

 


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