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Il Procuratore Zuccaro al Senato: la mia denuncia è doverosa, ma non ho riscontri probatori

Chi sperava che il procuratore di Catania Zuccaro dicesse in audizione al Senato cosa ha scoperto dalle sue indagini rimarrà deluso. Ieri pomeriggio ascoltato in merito alle recenti dichiarazioni sui rapporti tra Ong e scafisti in Commissione Difesa Zuccaro ha ribadito le sue convinzioni circa l’esistenza di rapporti tra le Ong che operano nel Mediterraneo centrale per soccorrere i migranti e i trafficanti. Si tratta ancora di sospetti e ipotesi di lavoro perchè il procuratore stesso ammette chiaramente: “non hanno alcun riscontro probatorio“. Una seduta durata due ore, ma con due passaggi secretati, duranti i quali il procuratore ha chiesto l’interruzione dell’audio della diretta web.

Nella sua relazione si chiarisce finalmente la questione delle fonti. Si apprende che i servizi segreti italiani non hanno mai scritto un dossier su ONG e scafisti. Le informazioni riservate che gli fanno dire dall’inizio dell’esistenza di contatti diretti non provengono quindi dai servizi segreti, italiani o stranieri (“non potrei utilizzarle”), bensì dal comando della missione Eunavfor Med, dall’agenzia Frontex e dalla Guardia costiera.

 

In audizione Zuccaro ha chiesto aiuto al Parlamento per ottenere più strumenti di indagine ed uscire da quella che definisce “empasse giudiziaria”. Ecco le sue proposte:

  • consentire intercettazioni satellitari;
  • obbligare le navi delle Ong a battere la bandiera del paese di residenza delle organizzazioni mentre oggi molte hanno bandiere di paesi come Isole Marshall, Belize o Panama “con i quali è molto difficile la collaborazione giudiziaria”;
  • maggiori unità di polizia giudiziaria per effettuare intercettazioni telefoniche o telematiche;
  • un controllo degli aerei militari italiani per verificare se ci sono navi che si avventurano in acque territoriali libiche anche in assenza di richiesta di soccorso.

 

L’altra preoccupazione di Zaccaro è l’individuazione delle fonti di finanziamento delle Ong, in particolare quelle di recente costituzione (il riferimento è ovviamente alla ONG maltese MOAS che sarà sentita oggi nell’ultima audizione prevista). “Su questo ho già relazionato alla commissione Shenghen, e ritengo che per poter comprendere chi finanzia queste organizzazioni potrebbe dare delle indicazioni molto utili. La presenza tra gli organici di persone non proprio in linea col profilo dei filantropi giustifica le indagini. Ritengo che il fine di solidarietà sia tra i più nobili che possa caratterizzare gli uomini. Tuttavia, dobbiamo tener conto che vi sono non solo interessi in gioco delle persone che riescono ad essere salvate, ma anche quelli di chi perisce in mare. Il numero delle persone che sono perite in mare, da quando le imbarcazioni sono di peggiore qualità, è certamente aumentato”.

 

Segue infine un’altra richiesta di aiuto del Procuratore alla Commissione: “Chiedo di metterci in condizione di poter disporre di uno sforzo investigativo ingente, notevole per consentire che l’attività di contrasto al traffico di migranti sia notevole. Bisogna evitare che si rafforzino le organizzazioni di trafficanti che riescono a sviluppare un volume di profitti che li rende sempre militarmente organizzati, contrastando la formazione di un governo stabile in Libia. Inoltre, debbo dire che vengo da una terra in cui quando si è offerto alle organizzazioni criminali di potersi rafforzare, queste organizzazioni sono divenute pericolose. Cosa nostra si è infiltrata nel tessuto economico corrompendo anche alcune istituzioni”.

 

Nello spazio dedicato alle domande dei senatori Zuccaro ribadisce in alre parole l’affermazione fatta qualche giorno fa alla trasmissione Agorà: “Potrebbe anche essere – e la cosa è forse ancora più inquietante – che si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse. Di destabilizzazione dell’economia italiana. Chi volesse per esempio speculare su una situazione di debolezza economica dell’Italia che non c’è dubbio viene incrementata da un afflusso di migranti incontrollato. Senza dubbio ne avrebbe dei vantaggi”. Rispetto a questa affermazione oggi in Commissione Zuccaro ha parlato della possibilità che i finanziatori “speculino sul mercato internazionale” avvantaggiandosi del “ribasso di alcuni titoli”.

 

Chiusa l’audizione di Zuccaro si passerà oggi all’ultimo incontro previsto dall’indagine conoscitiva della Commissione Difesa. Saranno sentiti i rappresentanti della ONG maltese MOAS al centro dei sospetti del procuratori di Catania. MOAS, fondata nel 2013 dagli imprenditori italo-americani Christopher e Regina Catrambone, ha sede a Malta e opera in mare con due unità: ‘Phoenix’, di bandiera del Belize e ‘Topaz Responder’ che batte bandiera delle Isole Marshall. Tra i principali sponsor ci sarebbero la Schiebel, azienda austriaca che produce i droni di cui l’organizzazione si avvale per individuare i barconi in mare, e ingenti donazioni da parte di Caritas Germany, Unique Maritime Group, Avaaz.org e Croce rossa italiana. Sul sito del MOAS è possibile leggere i rendiconti degli anni scorsi compreso quello del 2015. Le entrate complessive ammontano a 5 milioni 704 mila euro, e le spese complessive, 4 milioni e 396mila euro.
In molte occasioni Zuccaro ha fatto indirettamente riferimento alla ONG dei coniugi Catrambone che sorprende per la sua dotazione tecnologica e finanziaria. I Catrambone in qualità di imprenditori gestiscono Tangiers group, azienda specializzata in assicurazioni in zone ad alto rischio, assistenza d’emergenza e servizi d’intelligence in zone di conflitto.
L’audizione di oggi potrà essere senza dubbio utile per chiarire una serie di rivelazioni che sono circolate nelle ultime settimane su diversi giornali. Si tratta di accuse gravi secondo cui le attività in mare di MOAS possano aver coperto attività d’intelligence per conto del governo statunitense operate da una delle due navi del MOAS sulla quale sarebbero state installate strumentazioni per intercettazioni ad ampio raggio.

 

Chi sono le altre ONG che operano i salvataggi nel Mediterraneo

  • Medici senza frontiere è presente nel Mediterraneo su tre navi: “Bourbon Argos”, “Dignity I” e “Aquarius”; da marzo 2017 è in mare una nuova imbarcazione, la “Prudence”, che può ospitare fino a 600 persone e altre 400 in caso di estrema necessità.
  • Save the children: nel Mediterraneo centrale partecipa alle operazioni di ricerca e soccorso con la nave “Vos Hestia”.
  • Sos Mediterranee: può contare su “Aquarius”, che batte bandiera di Gibilterra, una nave guardapesca con a bordo anche personale di Medici senza frontiere: è stata ideata dall’ex ammiraglio della Marina tedesca Klaus Vogel e ha sedi in Francia e Italia.
  • Sea Watch Foundation: ha due unità navali una che batte bandiera neozelandese, l’altra olandese.
  • Sea-Eye: No-profit fondata nel 2015 da un imprenditore tedesco di Ratisbona, Michael Buschheuer e dai suoi familiari, puo’ contare su un’unita’ che batte bandiera olandese, un vecchio peschereccio riadattato, la “Sea-Eye”, e da marzo e’ attivo il “Seefuchs”.
  • Lifeboat: opera con una nave con bandiera tedesca;
  • Jugend Rettet: a un peschereccio con bandiera olandese, il “Iuventa”, messo in mare da un gruppo di giovani europei che ne ha finanziato l’acquisto. Gestiscono complessivamente sei navi.
  • Proactiva Open Arms: ONG spagnola, ha operato con due navi e si è occupata anche di salvare i migranti siriani che tentavano di raggiungere l’isola greca di Lesbo partendo dalla Turchia. Una unità navale batte bandiera panamense, l’altra di Malta. Ha utilizzato per diverso tempo la “Astral”, uno yacht trasformato in vascello di salvataggi.

 

GUARDA IL VIDEO dell’audizione del Procuratore Zuccaro

 


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