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Laura Frigenti lascia l’Agenzia a metà mandato

Arriva il giorno dopo l’esito elettorale l’addio di Laura Frigenti all’Agenzia per la Cooperazione dopo appena due anni dall’inizio dell’incarico. La sua decisione è stata comunicata ieri durante un incontro con il personale romano dell’Agenzia al quale ha preso parte anche il neo vice direttore tecnico Leonardo Carmenati, ex dirigente della Croce Rossa italiana. In una lettera inviata ai membri del Consiglio Nazionale la direttrice spiega i motivi delle dimissioni, “ragioni di carattere personale e la prolungata distanza dalla famiglia, non mi permettono di continuare oltre questa avventura”.

 

Sicuramente un’avventura quella intrapresa dalla Frigenti al suo ritorno dagli States, due anni ricchi di soddisfazioni e di difficoltà che più volte avevano portato la direttrice a un passo dal ritiro nel corso dello scorso anno soprattutto a causa dei non facili rapporti con le strutture della Farnesina. Una poltrona indubbiamente difficile quella della direzione dell’Aics in fase di start-up a pochi mesi da una riforma tutta da implementare che Laura Frigenti ha saputo gestire con entusiasmo e professionalità così come aveva promesso ai lettori di Info Cooperazione nella prima intervista concessa dopo la sua nomina, ancor prima di mettere piede in via Contarini.
“È stata una scelta non poco sofferta e riflettuta. I due anni che abbiamo vissuto insieme sono stati appassionati e ricchi di esperienze per me personalmente, per la cooperazione italiana e per lo staff dell’Agenzia che ho avuto vicino in questo impegno”. Nella lettera la direttrice sottolinea anche i tre principali risultati raggiunti: l’allargamento della platea degli attori di cooperazione, lo snellimento delle procedure e l’aumento delle visibilità internazionale della cooperazione italiana.

 

Peccato però che quelli che la Frigenti definisce nella sua lettera d’addio “giorni di riavvio di una nuova fase per il paese e per la nostra cooperazione” si tradurranno probabilmente in una battuta d’arresto per l’Agenzia stessa e per il rilancio della Cooperazione allo sviluppo che inevitabilmente subirà i contraccolpi dei prossimi assestamenti politici.
Le elezioni hanno indubbiamente premiato le forze politiche più avverse al mondo della cooperazione, proprio quelle che hanno soffiato sul fuoco della polemica anti ONG e che la cooperazione la concepiscono unicamente come strumento per tenere a casa propria i migranti africani.

 

All’incognita governativa che potrebbe creare alla Farnesina un clima avverso alla cooperazione si aggiunge ora la vacanza della direzione dell’Agenzia che nel frattempo non è ancora stata in grado di bandire il concorso autorizzato dal governo e di assicurarsi le risorse umane e finanziarie necessarie per operare con stabilità e autonomia.
Uno stallo che rischia di compromettere quanto costruito faticosamente in questi primi 24 mesi e di tradire le aspettative suscitate nell’ampia platea di attori che la legge 125 ha contribuito a mobilitare.

 

Leggi la lettera di dimissioni

 


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