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Come stanno le big delle fondazioni bancarie italiane

Il prossimo 16 luglio saranno resi noti i dati aggregati relativi ai risultati d’esercizio delle 86 fondazioni bancarie che fanno parte di Acri (l’organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni di Origine Bancaria). Già si conoscono però le evidenze contabili di Cariplo, Crt, Compagnia San Paolo, Caripadova, Carifirenze, Cariverona e Roma che pesano per oltre metà dei 40 miliardi di patrimonio dell’Acri e rappresentano una fetta maggioritaria della cosiddetta filantropia istituzionale in Italia. Secondo i dati pubblicati recentemente da Affari & Finanza, il 2018 si chiude con risultato d’esercizio in calo per le Fondazioni bancarie che però non si tirano indietro e anzi aumentano le erogazioni a favore del territorio, il risultato d’esercizio, è sceso a un terzo rispetto ai 996 milioni del 2017 ma allo stesso tempo che le donazioni sono cresciute del 7,2% a 628 milioni.

FONDAZIONE CARIPLO
A pesare sulla performance non eccezionale di Fondazione Cariplo, che a maggio ha visto l’avvicendamento di Giovanni Fosti dopo 22 anni di guida da parte dell’ex numero uno dell’Acri Giuseppe Guzzetti, ci sono stati – secondo l’inserto di Repubblica – i ribassi di mercato che hanno deprezzato il fondo Quaestio Alternative Fund One, principale strumento dell’ente. Per Cariplo dunque l’avanzo è crollato dai 403 milioni del 2017 ai -115 del 2018, il patrimonio netto a valore di mercato da 7.240 a 6.657 milioni e il patrimonio netto contabile da 6.956,2 a 6.841,4 milioni. Il rapporto tra erogazioni e patrimonio netto è passato dal 2,3% al 2,8%.
Grazie però alle cedole di Intesa e all’uso massiccio del Fondo stabilizzazione erogazioni (Fse) – calato da 225 a 82,4 milioni – le erogazioni sono aumentate da 169,4 a 183,7 milioni. Ora però – segnala l’inserto economico – nel Fondo restano solo sei mesi di erogazioni, appunto 82,4 milioni, ma il recente rimbalzo dei listini e i 40,6 milioni di imposte anticipate derivanti dal risultato negativo del 2018 lasciano presagire che presto arriveranno risorse fresche per il Fse.

COMPAGNIA DI SAN PAOLO
Meglio è andata a Compagnia di San Paolo, primo socio di Intesa. L’ente guidato dall’ex ministro Francesco Profumo si è portato a casa un avanzo di 253,9 milioni, in aumento dai 253,1 milioni del 2017, un fondo stabilizzazione erogazioni che da 340 milioni è salito a 350 milioni ed erogazioni per 158,1 milioni a fronte di quelle per 157,7 milioni dell’anno precedente. Segno meno per il patrimonio netto a valore di mercato, da 6.814 a 6.060,8 milioni, e segno più invece per il patrimonio netto contabile, da 6.014 a 6.064,8 milioni. Anche in questo caso, cresce il rapporto tra erogazioni e patrimonio netto, dal 2,3% al 2,6%. Compagnia di San Paolo ha attenuato i danni sulle gestioni, che pesano per metà del patrimonio contabile, e tramite Fondaco Sgr è riuscita a contenuto le perdite al 2,9%.

FONDAZIONE CRT
Piuttosto bene il risultato di Caritorino, terza per patrimonio contabile tra tutte le Fondazioni. L’ente presieduto da Giovanni Quaglia, ex consigliere d’amministrazione di Unicredit, l’anno scorso ha messo a segno un avanzo di 92 milioni a fronte degli 85,5 del 2017. Segno più per il Fondo stabilizzazione erogazioni, da 172,8 a 174,3 milioni, e per le erogazioni da 64,4 a 72 milioni. Calo per il patrimonio netto a valore di mercato, che è passato dai 2.394,1 milioni del 2017 ai 1859,1 milioni del 2018, mentre risultano in crescita sia il patrimonio netto contabile – da 2.192 a 2.224,2 milioni – sia il rapporto tra erogazioni e patrimonio netto, dal 2,7% al 3,9%.


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