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AAA Cercasi vice ministro per rilanciare la Cooperazione internazionale

È passato poco più di un anno e mezzo dall’ultimo toto ministri, quello che portò a inizio 2021 Luigi di Maio alla poltrona di Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale. Nel ruolo di vice ministro alla cooperazione alla fine a spuntarla fu Marina Sereni che andrò a sostituire Emanuela del Re. Insieme a lei, nel ruolo di sottosegretari, furono nominati Manlio di Stefano, e Benedetto Della Vedova.

Ci troviamo oggi nella stessa fase ma con di fronte uno scenario politico molto cambiato a seguito dell’esito elettorale del 25 settembre scorso. Per la Farnesina ha già prestato giuramento da Ministro Antonio Tajani, classe 1953, romano, si è laureato in Giurisprudenza per poi diventare Ufficiale dell’Aeronautica Militare e giornalista professionista. Co-fondatore di Forza Italia, nel 1994 ha ottenuto la carica di europarlamentare, così come nel 1999, nel 2004, nel 2014 e nel 2019.  Nel 2008 lascia Strasburgo per prendere il posto di Franco Frattini nella Commissione Barroso I. Nel 2009 entra nuovamente nel gabinetto Barroso II come Commissario europeo all’Industria e al Turismo. Nel 2017 diventa Presidente del Parlamento Europeo, primo italiano a ricoprire la carica dopo 38 anni di assenza. Dal 2021 è coordinatore unico nazionale di Forza Italia.

Per le nomine dei posti di sottogoverno si preannuncia una corsa lampo, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato di voler chiudere entro una settimana. Nel mondo dei partiti l’unico a uscire allo scoperto è stato Silvio Berlusconi che ha pubblicamente proposto Valentino Valentini (FI) per un ruolo alla Farnesina. Ma inevitabilmente la sua candidatura è indebolita dal fatto che Forza Italia già detiene la leadership degli esteri con il suo coordinatore nazionale. Valentini, ex deputato non rieletto e consigliere speciale per le relazioni estere di Berlusconi negli anni di Palazzo Chigi, potrebbe essere un profilo problematico per i suoi legami con la Russia, della quale è stato ufficiale di collegamento per conto di Forza Italia. Più certo invece il percorso di Edmondo Cirielli (FdI), che stando alle anticipazioni giornalistiche, sarebbe vice ministro degli Esteri, con una delega legata al Made in Italy ed al Commercio verso i paesi stranieri.

Nel frattempo il mondo della società civile preme per la nomina di un vice ministro che porti al Maeci le capacità, conoscenze e competenze maturate direttamente sul campo nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e del Terzo Settore. Una candidatura tecnico che possa contribuire al rilancio della cooperazione italiana anche a seguito delle altissime aspettative emerse dall’ultima edizione di Coopera – Conferenza Nazionale della Cooperazione tenutasi a Roma a fine giugno scorso.

“In Italia oggi c’è bisogno, nella politica di cooperazione internazionale, di individuare una figura che alla conoscenza teorica sappia aggiungere la competenza, data dall’operare direttamente nei contesti, e che conosca lacune e potenzialità della L.125/2014: un profilo più tecnico che politico, quindi, che tra i miei colleghi impegnati quotidianamente nel lavoro delle ong è possibile rintracciare” così ha dichiarato la portavoce di AOI Silvia Stilli al Corriere.

Uno dei nomi su cui sembra esserci convergenza di diversi ambiti del sistema italiano della cooperazione è quello di Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi, importante ONG italiana che proprio domani festeggia al MAXXI di Roma i suoi 50 anni con un importante evento dal titolo “Oltre lo sviluppo, il futuro che vogliamo”, al quale dovrebbe partecipare anche il neo ministro degli esteri. Silvestri è anche membro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo dove coordina il gruppo di lavoro sul Settore privato profit.

Un’indicazione molto simile arriva da Link 2007 che, per voce del suo policy advisor Nino Sergi, suggerisce su Vita “che nel mondo della cooperazione non governativa (….) ci sono capacità, conoscenze, competenze maturate in anni di lavoro e in esperienze di alto profilo istituzionale, non solo in Italia e nei paesi in sviluppo ma anche in ruoli decisionali in Europa ed in ambito delle Nazioni Unite, che sarebbe un peccato non prendere in considerazione nella valutazione che sarà fatta”.

Profilo che a molti ha fatto pensare anche a Roberto Ridolfi, esperto di finanza per lo sviluppo e partenariati pubblico-privato, ha ricoperto importanti incarichi alla Commissione Europea tra il 1994 e il 2019 e poi alla FAO come direttore generale aggiunto, è recentemente approdato nel mondo delle ONG con la nomina a Presidente di Link 2007.


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  1. Come se la competenza tecnica di un vice ministro non dovesse inserirsi in una linea politica data evidentemente dal governo in carica. A volte alcune ong paiono veramente interpretare a perfezione l’adagio che afferma che la cooperazione internazionale é l’ancella della politica estera, invece di provare ad essere lo strumento che la mette in discussione.

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