Alcune settimane fa abbiamo proposto ai lettori di Info Cooperazione un sondaggio sull’efficacia dei bandi e delle call for proposals nella cooperazione internazionale con particolare riferimento ai bandi AICS con approccio RBM. Hanno partecipato oltre 400 operatori e operatrici del settore che si cimentano quotidianamente con questo sistema dalla progettazione fino alla rendicontazione e valutazione delle iniziative finanziate. I rispondenti appartengono alle seguenti tipologie di organizzazione: 73% OSC, 12% Istituzioni pubbliche, 9% liberi professionisti e consulenti, 4% Enti Territoriali e 2% Imprese.
In generale il modello dei bandi è percepito come poco efficace nell’assegnazione e nella gestione e dei finanziamenti, nello specifico il 66% dei rispondenti lo ritiene poco o per niente efficace, il 32% abbastanza efficace e solo il 2% molto efficace.
Nonostante questo vengono riconosciti al sistema dei bandi alcuni elementi da preservare. I bandi assicurano trasparenza e competizione equa (52%), permettono una pianificazione dettagliata dei progetti (27%) e facilitano il monitoraggio e la rendicontazione dei risultati (22%).
Molto più frequenti le segnalazioni che riguardano le criticità del modello dei bandi. Per il 77% dei rispondenti si tratta di un sistema troppo burocratico e amministrativamente oneroso che spinge le organizzazioni a lavorare “progetto per progetto” senza stabilità economica (68%), obbliga a progettazioni artificiose e strumentali (60%), favorisce le organizzazioni con più capacità gestionali (45%) e impedisce una visione strategica a lungo termine (44%). Il 91% dei rispondenti ha registrato negli ultimi anni un aumento importante della competizione nei bandi per ottenere finanziamenti.
Per quanto riguarda in particolare il modello dei bandi AICS, la stragrande maggioranza degli operatori del settore ritiene che debba essere riformato in modo radicale (64%), per il 35% sarebbero sufficienti alcuni miglioramenti, solo l’1% ritiene che funzioni abbastanza bene così com’è. In particolare il 74% dei rispondenti ritiene che l’approccio RBM così come è stato adottato da AICS sia poco o per niente efficace (poco efficace 50%, per niente efficace 24%). Per il 26% è invece abbastanza efficace.
Ma quali sono le alternative all’attuale sistema dei bandi AICS ritenute più efficaci dagli operatori?
- Partnership di medio – lungo periodo tra donatore e OSC (70%)
- Bandi in due fasi (concept note e full application) (65%)
- Co-progettazione / Co-programmazione (56%)
- Core funding (finanziamenti diretti e flessibili alle OSC) (40%)
- Finanziamenti diretti attraverso processi di accreditamento (40%)
Per la maggior parte dei rispondenti l’AICS dovrebbe adottare un sistema misto tra bandi competitivi e altre modalità comparative. Per il 36% si tratterebbe di un miglioramento sostanziale, il 59% lo riterrebbe un passo in avanti ma con qualche riserva, il 5% invece eliminerebbe completamente i bandi.
Guardando alle alternative o possibili migliorie rispetto all’attuale sistema, la prima priorità identificata è sicuramente la riduzione della burocrazia accompagnata da un maggior supporto operativo (78%). Il 64% ritiene invece che il vero punto di svolta sia il passaggio a finanziamenti di lungo termine invece che per singoli progetti. Tra le altre priorità vengono indentificati il maggiore coinvolgimento delle OSC nella definizione delle procedure e delle priorità di finanziamento (52%) e una maggiore flessibilità nell’uso dei fondi (40%)
Di seguito alcune esperienze alternative che secondo i rispondenti hanno apportato semplificazione e maggiore efficacia ai meccanismi di finanziamento:
- Partnership su Programmi di medio lungo termine di SIDA: un modello che prevede contratti di almeno 5 anni e permette anche di effettuare studi di fattibilità e piani di valutazione appropriati.
- Finanziamento flat rate (o lumpsum) utilizzato dalla UE, riduce il carico amministrativo/burocratico ed evidenza più concretamente l’impatto ottenuto dall’iniziativa.
- Meccanismi di accreditamento (tipo framework contract della UE o Echo), consente maggiore programmazione e copertura dei costi di struttura per evitare lo starvation cycle con durata delle iniziative fino a 7 anni.
- Dialogo tra OSC e donatore attraverso un processo di coprogettazione, consente maggiore flessibilità operativa, migliore qualità progettuale, minore dispendio di risorse per la progettazione.
- Bandi in due fasi utilizzati dalla UE, garantiscono un investimento da parte delle organizzazioni proporzionale alle possibilità di finanziamento, riducono i tempi dall’identificazione alla messa in opera delle iniziative.
- Program Based Approach: il donatore finanzia sulla base della strategia paese dell’ente proponente. Questo finanziamento può essere completamente flessibile (cioè il partner può usarlo per qualunque attività inclusa nella strategia paese) o ristretto (il donatore decide the i fondi possono essere utilizzati solo per alcune aree tecniche o geografiche).
Rispetto al modello dei bandi e all’approccio RBM adottato da AICS, i rispondenti suggeriscono alcuni miglioramenti pratici che potrebbero essere presi in considerazione in una futura revisione del sistema, di seguito le opzioni che sono state più citate:
- Abolizione delle ATS per progetti multi-attori
- Impostare i bandi in due fasi con Concept Note e Full Proposal
- Eliminazione delle fideiussioni
- Eliminare l’imposizione degli indicatori codificati
- Regolarità e prevedibilità sulla pubblicazione dei bandi e calendarizzazione delle tempistiche di valutazione
- Utilizzo di flat rate (o lumpsum)
- Attivazione di una piattaforma online per la gestione dell’intero ciclo
- Semplificare il DUP e il piano finanziario
Qualcosa si muove
Fin qui i risultati dell’indagine che in sostanza confermano molte delle criticità e delle proposte contenute nel nostro articolo pubblicato a seguito della chiusura del bando AICS 2023. Analisi che non deve essere passata inosservata all’AICS che pochi giorni dopo ha pubblicato una nota che rende conto dell’intero processo del bando e quantifica in 84,8 milioni la già annunciata dotazione finanziaria aggiuntiva recentemente deliberata dal Comitato Congiunto. Questa dotazione si aggiunge a quella iniziale di 180 milioni di euro e permetterà di finanziare anche i progetti ritenuti inizialmente idonei ma non vincitori, tutti presentati dalle OSC. Nel complesso saranno dunque finanziate iniziative per un totale di circa 265 milioni di euro.
I numeri del bando AICS 2023
Il bando, pubblicato a gennaio 2024, ha registrato una risposta molto positiva: 258 proposte presentate, di cui 157 dalle OSC (con 27 realtà al debutto assoluto) e 101 dagli Enti Territoriali, con circa il 50% dei progetti che prevede la partecipazione del settore privato profit.
La valutazione tecnica, affidata a due commissioni multidisciplinari (una per lotto), è partita a inizio luglio e si è conclusa a fine novembre (5 mesi), in parallelo con le verifiche amministrative — una novità importante rispetto alle procedure precedenti. Dopo la valutazione, è iniziata la fase dei pareri di: 1) sicurezza: giudizio delle Rappresentanze diplomatiche; 2) capacità operativa in loco: valutazione delle sedi AICS (solo per le OSC). Comprensibilmente – tanto più nel contesto volatile che caratterizza attualmente diversi Paesi partner – l’arrivo dei pareri ha richiesto un maggior lasso di tempo, portando a un aggiornamento progressivo delle graduatorie. Per velocizzare i tempi, la raccolta degli Accordi di Partenariato è partita appena giunti i primi pareri, con l’ultimo pacchetto arrivato solo a marzo. Così, dopo 9 mesi di lavoro serrato, il 28 marzo 2025 è stata approvata la graduatoria finale. Il bando ha selezionato 80 progetti: 24 per gli ET (circa 45 milioni di euro); 56 per le OSC (oltre 118 milioni di euro). Il Mozambico risulta essere il Paese più coinvolto, ma risorse significative sono state destinate anche a Etiopia, Kenya e Tunisia, con un focus su sviluppo urbano e sicurezza alimentare. Il Comitato Congiunto del 2 aprile ha approvato l’estensione del plafond del Bando a tutte le progettualità delle OSC risultate idonee (per gli ET non ve ne sono), anche al fine di mitigare le ripercussioni sulle OSC italiane dei recenti tagli statunitensi ai finanziamenti, estensione che andrà a finanziare iniziative in Paesi non coperti dalla graduatoria iniziale, l’Ucraina fra tutti.
Spazio al miglioramento
Nella nota si legge che l’AICS ha già messo sul tavolo alcune proposte per semplificare e rendere più efficiente il processo. Tra queste, si riconosce la necessità di avviare un percorso che porti a bandi più mirati per settore e/o Paese, superando l’impostazione dell’attuale unico grande Bando Promossi, in favore di una maggiore focalizzazione e programmazione strategica. È un cambio di passo che parte da un principio chiave: più qualità, più coerenza, più impatto. Inoltre, si sta valutando di:
- concentrare la verifica amministrativa solo sui progetti che superano la prima fase di valutazione;
- posticipare la richiesta degli accordi di partenariato alla pubblicazione della graduatoria finale;
- ridurre i tempi burocratici, senza compromettere la qualità della selezione;
- semplificare la Documentazione Unica di Progetto (DUP) e la relativa griglia di valutazione.
L’obiettivo resta quello di garantire un sistema più agile e accessibile, che valorizzi la qualità progettuale e favorisca una partecipazione ampia e consapevole. In questa prospettiva, l’Agenzia ha annunciato che riaprirà a breve il tavolo di confronto con le OSC, per lavorare insieme alla definizione delle Procedure dei “Bandi Affidati” (dalle Sedi), passaggio fondamentale per alimentare una revisione condivisa e realistica anche dei “Bandi Promossi”.