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10 cose da sapere per capire il potenziale delle rimesse nello sviluppo

Negli ultimi anni, il tema delle rimesse dei migranti si è affermato con forza nel dibattito internazionale, aprendo una nuova fase di riflessione critica circa il contributo offerto da questo denaro allo sviluppo dei paesi più poveri del mondo. In questo ambito, si moltiplicano le iniziative e i contributi volti alla ricerca di strumenti efficaci per una loro valorizzazione. L’attenzione rivolta dalla comunità internazionale alle rimesse è dovuta a molteplici fattori, primo fra i quali i volumi movimentati.

Se il livello degli aiuti allo sviluppo (APS) è ormai fermo da diversi anni un aiuto più consistente alle economie dei paesi in via di sviluppo arriva proprio dagli immigrati residenti nei paesi di destinazione, mediante il canale delle rimesse. Oggi costituiscono una delle entrate economiche più importanti per questi contesti, superando in modo rilevante i flussi dell’APS e degli investimenti diretti esteri. Il denaro inviato nei paesi d’origine contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita nei paesi riceventi, per la capacità di fornire un reddito base o un extra reddito alle famiglie beneficiarie.

Per far sì che le rimesse possano incidere sulla capacità di trasformazione delle società dei paesi in via di sviluppo e divenire strumento a supporto di processi di autodeterminazione economica e sociale dal basso, sarà necessario superare alcuni ostacoli che ad oggi ne limitano le potenzialità in tal senso. Da più parti stanno emergendo negli ultimi anni proposte e iniziative per canalizzare e valorizzare l’impatto delle rimesse nei Paesi d’origine, sia direttamente attraverso l’azione dei migranti, che da parte di attori istituzionali, pubblici e privati, nazionali e internazionali.

Per capirne al meglio le potenzialità vi elenchiamo alcuni dati che posso darci gli elementi di comprensione di questo fenomeno:

  1. Nel 2018, oltre 200 milioni di lavoratori migranti nel mondo hanno inviato 689 miliardi di dollari a casa, di questi 529 miliardi di dollari sono stati inviati verso paesi in via di sviluppo. La cifra è oltre tre volte l’importo degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) a livello internazionale.
  2. Dall’Italia le rimesse dei lavoratori di origine straniera verso i paesi di origine superano i 5 miliardi di euro mentre l’APS italiano non arriva a 3 miliardi.
  3. Ben un miliardo di persone (una persona su sette nel mondo) sono coinvolte nelle rimesse, inviandole o ricevendole. Una persona su nove nel mondo – circa 800 milioni – beneficia di questi flussi di danaro.
  4. Tra il 2015 e il 2030 (periodo di validità degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), i migranti invieranno alle loro comunità di origine nei paesi in via di sviluppo per un importo stimato in 8,5 trilioni di dollari. Di tale importo, oltre 2 miliardi di dollari verranno risparmiati o investiti.
  5. I lavoratori migranti inviano a casa in media il 15% di ciò che guadagnano. Il resto rimane nei paesi ospitanti. Ciò che inviano può costituire fino al 60% del reddito totale della loro famiglia nel paese di origine e rappresenta un’ancora di salvezza per milioni di famiglie.
  6. Circa il 75% delle rimesse viene utilizzato per mettere cibo sul tavolo e coprire le spese mediche, le tasse scolastiche o le spese di alloggio. In periodi di crisi, i lavoratori migranti possono inviare più denaro a casa per coprire la perdita di raccolti o le emergenze familiari. Il resto, circa il 25% delle rimesse viene risparmiato o investito nella costruzione di attività che generano reddito, posti di lavoro e trasformano le economie, in particolare nelle aree rurali. Le rimesse possono quindi essere un motore di sviluppo.
  7. Le rimesse contano enormemente nelle aree rurali. Circa la metà delle rimesse globali vanno nelle aree rurali dove vivono il 75% dei poveri e dove vi sono più insicurezze alimentari.
  8. Le rimesse possono essere costose da inviare. Le conversioni e le commissioni costano, in media globale, il sette percento dell’importo inviato. L’obiettivo di sviluppo sostenibile 10.c mira a ridurre i costi di transazione a meno del tre per cento entro il 2030. Le innovazioni tecniche, in particolare le tecnologie mobili, la digitalizzazione e la blockchain possono in questo senso trasformare i mercati, unitamente a un contesto normativo più favorevole.
  9. L’Italia a partire dal 2019 è uno dei pochissimi al mondo a tassare le rimesse verso l’estero degli immigrati residenti con un’imposta dell’1,5 % da applicare ai trasferimenti di denaro superiori ai 10 euro e diretti verso paesi extra europei.
  10. I migranti apportano un contributo importante agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, attraverso rimesse e investimenti. In particolare, contribuiscono a porre fine alla povertà (SDG 1), fame zero (SDG 2), buona salute (SDG3), istruzione di qualità (SDG 4), acqua pulita e servizi igienici (SDG 6), lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8) e disuguaglianze ridotte (SDG 10).

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