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Aid Transparency Index 2022, Italia al 34° posto su 50 donatori

Anche quest’anno è stato pubblicato da PWYF (Publish What You Fund) il rapporto annuale dell’Aid Transparency Index, l’indice di trasparenza degli aiuti dei grandi donatori dell’aiuto allo sviluppo. Il rapporto di quest’anno rivela in generale un avanzamento del livello di trasparenza dei 50 donatori valutati, ben 31 donatori si posizionano nella categoria categoria “good” o “very good”. I donatori che si posizionano nei primi posti della classifica sono passati da 11 (nel 2020) a 10 quest’anno, mentre nella sezione “good” c’è stato un netto aumento, passando da 15 (del 2020) a 20 donatori. 

Tutti i donatori, ad eccezione di quelli classificati nella categoria “very poor”, pubblicano ormai i dati relativi alle loro attività e politiche in formato IATI, il che significa che le loro informazioni sono aperte, puntuali, comparabili e centralizzate, conformi allo standard internazionale per la trasparenza degli aiuti. Solo una minoranza di donatori pubblica invece i risultati ottenuti in altro modo limitando di fatto la capacità delle parti interessate di valutare l’efficacia e il valore della spesa per gli aiuti.

Come nella precedente, anche in questa edizione 2022 si allarga la gamma dei donatori valutati, oltre agli enti bilaterali tradizionali, infatti, l’Indice comprende le istituzioni multilaterali di finanza per lo sviluppo (Development Financial Institution), alcune Agenzie umanitarie, fondi verticali, organizzazioni intergovernative e fondazioni filantropiche private. Tra i donatori bilaterali troviamo sia i ministeri degli esteri o le agenzie dedicate alla cooperazione e all’aiuto umanitario. In generale le agenzie di cooperazione hanno generalmente ottenuto risultati migliori nell’indice rispetto ai ministeri che includono cooperazione e aiuto nel loro mandato. Le prime infatti si posizionano tutte nella categoria “good” o “very good” rispetto ai quattro ministeri non specializzati, che hanno punteggi nettamente più bassi.

Nella top ten si posizionano organizzazioni come la World Bank, UNICEF, UNDP, Gavi e per la prima volta UNOCHA. L’Unione Europea resta stabile nella fascia “Good” con Echo e la DG INTPA.

La pagella di trasparenza dell’AICS
L’Agenzia per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS), operativa dal 2016, ha iniziato a pubblicare i propri dati in formato IATI nel 2017. Da allora AICS, pubblicando su base trimestrale i dati sul registro IATI, ha progressivamente migliorato il suo posizionamento passando nel 2018 dalla categoria “Very Poor” a quella “Fair”. Nonostante il miglioramento di 4 punti del punteggio ottenuto quest’anno AICS resta nella parte bassa della classifica, al 34° posto su 50 nella categoria “Fair”.

Nella relazione di dettaglio sull’operato dell’AICS, quest’ultima ha ottenuto buoni punteggi per la componente “aggregazione dei dati di sviluppo”, migliorando il suo punteggio di oltre tre punti rispetto al 2020. Ha ottenuto buoni punteggi su tipo di aiuto, tipo di finanziamento, tipo di flusso, implementatori e stato di aiuto vincolato, mentre ha perso punti su “contratti e appalti” – la percentuale delle attività divulgate relativamente a questa sezione è inferiore al 2%. 

La componente che AICS ha migliorato maggiormente è la “pianificazione e gli impegni organizzativi”. Ha aumentato il suo punteggio di oltre cinque punti, segnando punti pieni per sei degli otto indicatori. Per questo indice, AICS ha pubblicato politica di assegnazione, relazione annuale e strategia dell’organizzazione. Non ha segnato punti per le strategie nazionali poiché nessuna di queste era aggiornata.

L’Agenzia ha invece ottenuto un punteggio inferiore alla media per la componente “finanze e budget” principalmente perché anche quest’anno non ha pubblicato budget disaggregati, documenti di budget dell’organizzazione e documenti di budget del progetto.

AICS ha perso punti anche nella componente “dati di progetto” rispetto all’indice 2020 e resta carente anche per la componente delle “prestazioni”, ottenendo un punteggio ben al di sotto della media. Mentre ha pubblicato gli obiettivi dei progetti, non ha pubblicato valutazioni, risultati e revisioni dell’impatto pre-progetto.

Come nel 2020, anche quest’anno il punteggio complessivo è penalizzato dalla cosiddetta pulizia dei dati, AICS ha spesso ricevuto punteggi inferiori alla media perché non è riuscita a pubblicare le informazioni richieste nel formato IATI, fornendo invece le informazioni in un mix di altri formati.

Raccomandazioni
Il rapporto dell’indice contiene una serie di raccomandazioni per migliorare il posizionamento futuro dell’Italia. Come raccomandato anche nell’Indice 2020, per migliorare la trasparenza dell’impatto l’Agenzia dovrebbe: 

  • iniziare a pubblicare informazioni sulle prestazioni comprese le valutazioni di impatto pre-progetto, i risultati, recensioni e valutazioni;
  • divulgare i principali documenti finanziari e di bilancio al Registro IATI, inclusi budget disaggregati, budget dell’organizzazione e budget di progetto garantendo al contempo un maggior dettaglio nella pubblicazione dei documenti di budget del progetto in tutte le sue attività;
  • garantire la pubblicazione coerente e tempestiva dei documenti di strategia nazionale nel Registro IATI;
  • migliorare la trasparenza dei dati a livello di progetto rivelando le condizioni del progetto ove pertinente, o fornendo una chiara dichiarazione sul motivo per cui non sono necessari; 
  • come raccomandato anche nell’edizione 2020, AICS dovrebbe dare priorità alla pubblicazione di sub-nazionali dati sulla posizione per consentire alle parti interessate di determinare dove si svolgono gli interventi entro i confini di un paese.

Scarica il report completo

Scarica il brief sull’Italia


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