Si è concluso a Roma, tra scenografie cinematografiche e annunci solenni, il vertice di alto livello “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway”, co-presieduto dalla premier italiana Giorgia Meloni e dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’incontro ha riunito leader africani, rappresentanti di istituzioni multilaterali (Unione Africana, FMI, Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo, Africa Finance Corporation) e vertici delle agenzie italiane, con l’obiettivo di “internazionalizzare” il Piano Mattei in sinergia con l’iniziativa europea Global Gateway.
Se questo era l’obiettivo, il vertice romano ha compito nel segno e la premier Meloni, è riuscita a mettere il brand del Piano Mattei a fianco o addirittura sopra un pacchetto di progetti e finanziamenti comunitari, un mix di vecchie e nuove iniziative ritirate fuori dai cassetti e accordi multilaterali ripresentati come frutto della nuova narrazione di cooperazione fondata sulla “partnership tra pari”.
L’evento, organizzato nella splendida cornice di Villa Pamphili con scenografie curate fino all’ultimo dettaglio, ha sancito un importante allineamento tra Italia, Europa e Africa mettendo a disposizione della Presidente della Commissione europea un palco dal quale rilanciare il Global Gateway, l’iniziativa da 300 miliardi di euro, nata nel 2021 come risposta europea alla Via della Seta cinese che stenta a decollare in un contesto geopolitico oggi sfavorevole all’Europa nel continente africano.
Nel pacchetto di iniziative da 1,2 miliardi di euro annunciato a Roma figurano infatti fondi già stanziati, garanzie comunitarie, progetti infrastrutturali regionali, iniziative agroalimentari multilaterali e impegni a lungo termine già presi da Bruxelles e delle istituzioni finanziarie internazionali. Il successo del governo italiano è stato quello di aver abilmente messo il bollino del Piano Mattei, o meglio del Mattei Plan, su iniziative che coinvolgono molteplici attori e finanziatori articolati in tre settori chiave: infrastrutture fisiche e digitali, agricoltura sostenibile e innovazione tecnologica.
Il Corridoio di Lobito: infrastrutture strategiche
Tra le iniziative più rilevanti, è stato posto l’accento sul Corridoio di Lobito, progetto ferroviario che attraverserà l’Angola, lo Zambia e la Repubblica Democratica del Congo, con potenziali estensioni verso l’Oceano Indiano. L’opera punta a facilitare la mobilità regionale e lo scambio commerciale, ed è sostenuta congiuntamente da UE, USA, e partner multilaterali. L’Italia ha giocato un ruolo di facilitatore attraverso Cassa Depositi e Prestiti (CDP), SACE e partenariati con l’Africa Finance Corporation. Complessivamente si tratta di un pacchetto di investimenti da 250 milioni di euro che comprende contributi a dono dell’Ue per Angola e Zambia, incluso il supporto a infrastrutture stradali con il coinvolgimento diretto dell’African Development Bank e l’impegno dell’Ue per la mobilitare fino a 1 miliardo di euro per la realizzazione del corridoio.
Agricoltura e filiere locali: il caso del caffè
Un secondo asse strategico ha riguardato l’agricoltura e la promozione delle filiere locali, con un focus sul settore del caffè. Il programma Terra, già in fase di attuazione con il supporto di Unido e altri partner, è stato rilanciato da MAECI e CDP nel contesto del vertice come esempio di cooperazione multilivello a favore dei piccoli produttori. La Commissione Europea ha contribuito con una garanzia da 109 milioni di euro. L’obiettivo è valorizzare i prodotti locali, rafforzare l’occupazione giovanile e femminile, e promuovere un’agricoltura sostenibile in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Innovazione, energia e digitale
Nel settore delle infrastrutture digitali e dell’energia, sono stati annunciati:
- Il sostegno europeo al progetto Blue Raman, dorsale digitale tra Europa, Africa e India;
- Il programma RISE, con 137 milioni di euro in garanzie per l’elettrificazione sostenibile;
- Il lancio del nuovo AI Hub for Sustainable Development, in collaborazione con UNDP e Microsoft, destinato a sostenere start-up africane nell’uso dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo.
Si tratta di iniziative in gran parte già avviate, ma che, integrate con il Piano Mattei, contribuiscono a rafforzare l’immagine dell’Italia come ponte tra Europa e Africa. È il caso dell’AI Hub for Sustainable Development inaugurato alcuni giorni prima del vertice a Roma, presso la sede dell’UNDP Italia. Si tratta di uno dei più ambiziosi progetti italiani degli ultimi anni per promuovere l’innovazione tecnologica come motore di sviluppo sostenibile, in particolare nel continente africano che nasce sotto l’egida della Presidenza italiana del G7 e su impulso del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato oltre 500 rappresentanti provenienti da più di 60 Paesi, tra cui leader di startup, multinazionali, governi africani ed europei, università e organizzazioni internazionali. Sono state annunciate 25 partnership pubblico-private che coinvolgono i principali innovatori africani, aziende italiane, europee, del G7 e leader governativi dei 14 Paesi africani.
Debito e cooperazione finanziaria
Sul fronte del debito, è stato annunciato un piano da 235 milioni di euro per la conversione in progetti di sviluppo. Il meccanismo prevede cancellazioni totali o parziali a seconda del livello di reddito del Paese beneficiario. Pur non affrontando il nodo complessivo dell’indebitamento africano (per lo più in mano a creditori privati o non occidentali), l’iniziativa offre un segnale politico di apertura e impegno.
Alla fine del vertice, Giorgia Meloni, ha annunciato la sua prossima visita in Africa (sarà in Etiopia a fine luglio) e la scelta di tenere la seconda edizione del Vertice Italia-Africa nel primo semestre del 2026 in un paese africano. Infine un’altra tappa importante sarà il Forum Global Gateway che si terrà il 9-10 ottobre 2025 a Bruxelles.