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Ennesima archiviazione sui salvataggi in mare, Di Maio chieda scusa alle ONG per i taxi del mare

Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, paladino della crociata anti-ONG, anche questa volta non riscontra prove concrete e chiede di chiudere l’inchiesta sull’organizzazione spagnola Open Arms. Una pietra tombale sul sospetto di collegamenti tra ONG e trafficanti di uomini, tesi che Zuccaro e il suo pool avevano a lungo sostenuto dando una sponda giudiziaria alla campagna di delegittimazione delle ONG avviata dall’allora vice presidente della Camera Luigi di Maio sui Taxi del mare.

Quasi due anni di indagini e un dispiegamento di forze e risorse senza precedenti – con agenti infiltrati, intercettazioni satellitari, elaborazioni di tracciati radar, informative richieste ai servizi segreti – ad oggi hanno prodotto un unico risultato: l’allontanamento dal Mediterraneo della gran parte delle organizzazioni non governative e l’aumento dei naufragi in rapporto al numero di migranti messi in acqua dai trafficanti. Per il resto i fascicoli aperti dell procure si chiudono uno dopo l’altro.
Già il Tribunale del Riesame di Ragusa aveva stabilito che la ‘disobbedienza’ delle organizzazioni non governative che scelgono di non cooperare con le autorità libiche è motivata dallo «stato di necessità» connaturato al soccorso dei naufraghi. A Palermo le indagini, condotte anche dagli investigatori che avevano segnalato anomalie, non hanno portato ad alcun risultato. I pubblici ministeri hanno chiesto e ottenuto dal gip l’archiviazione di entrambe le inchieste. Stessa fine al procedimento aperto a Trapani.

Nel frattempo il governo italiano continua la battaglia contro le ONG, il ministro Salvini si appresta a far approvare un decreto sicurezza bis che conterrebbe ulteriori penalizzazioni e sanzioni a contrasto del lavoro di ricerca e salvataggio in mare. Dal fronte internazionale invece si ribadisce l’allarme per la situazione sempre più preoccupante della Libia. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha ribadito che nessuno dovrebbe essere riportato in Libia in queste condizioni. Secondo l’Agenzia Onu, nell’ultima settimana almeno 944 persone hanno lasciato le coste libiche: 65 sono morte, mentre il 65% degli 879 superstiti è stato catturato in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica e riportato nelle prigioni per migranti. Le navi delle organizzazioni non governative «hanno avuto un ruolo cruciale per salvare vite in mare e chiediamo agli Stati la revoca delle restrizioni», ha dichiarato da Ginevra il portavoce di UNHCR Charlie Yaxley, che invoca «un immediato aumento delle evacuazioni umanitarie di rifugiati e migranti dai centri di detenzione di Tripoli».

Oggi pomeriggio il vice premier Luigi di Maio parteciperà alla manifestazione fieristica EXCO2019 dedicata agli investimenti privati nel mondo della cooperazione internazionale. Avrà davanti a se decine di funzionari e operatori del mondo delle agenzie internazionali, degli esteri e delle organizzazioni della società civile. Quelle ONG che fu lui il primo a bollare come Taxi del mare. Oggi, alla luce delle inchieste, delle speculazioni politiche e mediatiche che continuano a garantirgli tanti voti e consenso, Luigi di Maio ha l’occasione imperdibile di chiedere scusa per i Taxi del mare e di iniziare ad occuparsi seriamente di cooperazione internazionale. Di questo c’è veramente bisogno.


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